Le politiche climatiche dell’EU e la crisi da Coronavirus (cepInput)

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La crisi da Coronavirus è uno stress test per le politiche climatiche dell'UE e dei suoi Stati membri. Il Cep ha esaminato i vari strumenti per la riduzione delle emissioni di CO2 - proibizioni e divieti, sussidi, tassa sul CO2, scambio di quote di emissione - per quanto riguarda la loro "resistenza alla crisi".

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Secondo il cep, i requisiti giuridici per la riduzione delle emissioni di CO2 devono essere raggiunti in modo efficace, economico e affidabile anche in tempi di crisi. Inoltre, essi dovrebbero avere un effetto anticiclico, se possibile, e piuttosto frenare la recessione economica. L'attuale crisi da Coronavirus dimostra che, a differenza di tutti gli altri strumenti di politica climatica, solo il sistema di scambio delle quote di emissione dell'UE (EU ETS) soddisfa questi requisiti. Per rendere le politiche climatiche dell'UE in grado di resistere alla crisi a lungo termine, in futuro l'UE dovrebbe trasferire le emissioni di CO2 di settori come i trasporti e l'edilizia, che non sono ancora coperti dall'EU ETS, in un sistema di scambio di quote di emissioni a livello europeo. Inoltre, delle politiche climatiche dell'UE resistenti alle crisi devono impedire la migrazione verso Paesi terzi di produzioni ad alta intensità di CO2 ("carbon leakage"), rilasciando diritti di emissione gratuiti e concedendo la più ampia compensazione dei prezzi dell'energia elettrica.