La "Plastic Tax" dell'UE

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La cosiddetta "tassa dell’Unione europea sulla plastica", introdotta all'inizio dell'anno, in realtà non è una vera e propria tassa dell’UE, né obbliga realmente gli Stati membri a prelevare una tassa nazionale sui rifiuti di plastica. Queste sono le conclusioni di un contributo della rete dei centri studio cep attivi in Germania a Parigi e a Roma.

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"Contrariamente all’apparenza che l’UE ha voluto dare, lo scopo principale di questa misura non è quello di ridurre i rifiuti di plastica, ma di fornire all'UE una nuova fonte di reddito. L'etichetta di protezione ambientale appare principalmente il greenwashing di una misura di bilancio non particolarmente popolare", questo afferma l'esperto del cep, Götz Reichert.

Inoltre, secondo i calcoli degli istituti del Cep, il gettito del nuovo contributo nazionale legato alla plastica non riciclata, tenendo anche conto del meccanismo di compensazione per gli Stati membri finanziariamente più deboli, sarà di circa 800 milioni di euro (11%) al di sotto del gettito di 7 miliardi di euro all'anno inizialmente stimato dalla Commissione UE. Sempre secondo Reichert: “Se il nuovo contributo nazionale fosse poi in grado di ridurre efficacemente i rifiuti di imballaggio in plastica non riciclati, le entrate diminuirebbero rapidamente ancora di più, compromettendo anche la sua capacità di servire come fonte sostenibile di entrate per le finanze dell'UE.  Nell’attuale forma la decisione relativa ad una "tassa sulla plastica dell'UE" rischia quindi di rivelarsi piuttosto una "fregatura” ambientale.

 

Il cepInput viene pubblicato in lingua inglese.

La "Plastic Tax" dell'UE  (publ. 02.02.2021)
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