L’ondata delle ristrutturazioni per l’UE

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L'UE vuole ridurre le emissioni di gas a effetto serra a zero entro il 2050, ed entro il 2030 ridurle del 55% rispetto ai livelli del 1990. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, il numero di ristrutturazioni di edifici efficienti dal punto di vista energetico deve almeno raddoppiare entro il 2030. "Sussidi costosi e misure di regolamentazione specifiche su piccola scala dovrebbero essere tralasciati a favore di un sistema di scambio di quote emissione (ETS) come strumento principale", questo propone il Centro Politiche Europee (CEP).

cepAnalisi

I ricercatori della sede di Friburgo del think tank raccomandano, quindi, un sistema di scambio di quote di emissione a livello europeo anche per il settore edilizio. "Gli obiettivi climatici dell'UE possono essere raggiunti nel modo più efficace ed efficiente attraverso un sistema di scambio di quote di emissione. Questo vale in linea di principio anche per il settore dell'edilizia", dice l’autore responsabile della pubblicazione, Dr. Martin Menner, che ha analizzato la Comunicazione della Commissione europea chiamata " Un’ondata di ristrutturazioni per l’Europa: inverdire gli edifici, creare posti di lavoro e migliorare la vita" per promuovere le ristrutturazioni di edifici verso l’alta efficienza energetica.

In questo contesto, il CEP chiede anche che una buona parte dei ricavi dell'ETS sia ridistribuita ai cittadini, tenendo però conto, sia degli inquilini, che dei proprietari. "In generale, per gli appartamenti in affitto, un ETS deve essere affiancato da una regolamentazione che renda possibile che i risparmi sui costi di riscaldamento possano, almeno in parte, dare vantaggi anche al padrone di casa, per dargli l'incentivo necessario agli investimenti di ristrutturazione" sottolinea Menner.

Un ETS specifico destinato solo agli edifici nell'UE - simile all'ETS nazionale già esistente in Germania – proteggerebbe, inoltre, le industrie già coperte dall'ETS dell'UE e già spesso a rischio di delocalizzazione, da prezzi eccessivi dei certificati di emissione, altrimenti destinati ad aumentare ulteriormente.

La pubblicazione integrale è disponibile in lingua inglese