Rischi e pericoli della strategia dell’UE rivolta alla finanza “sostenibile” (cepInput)

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Come parte del suo "Green Deal", l'UE vuole anche impegnare il settore finanziario a dare il suo contributo alla riduzione delle emissioni di gas serra. Pertanto, la Commissione europea ha presentato quest'estate un piano d'azione. L'obiettivo è quello di rendere il settore finanziario più “sostenibile”.

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La sede tedesca della rete Centres for European Policy Network (CEP), ha esaminato il pacchetto di misure dell'UE in un cepInput. "Molte delle iniziative previste sono discutibili", avverte l'economista del CEP Philipp Eckhardt, autore dello studio. L’analisi rivela che la Commissione ha intenzione di introdurre, già nel prossimo futuro, numerosi nuovi propri “marchi” di qualità per i prodotti finanziari definiti “sostenibili”, al fine di aumentare la trasparenza e prevenire il cosiddetto “greenwashing”. L’autore della ricerca critica che "Questo però sposterebbe inevitabilmente l’ambito dei “marchi di qualità” dal settore privato a quello pubblico. La concorrenza rispetto migliori “marchi” sulla base delle preferenze degli investitori verrebbe di fatto impedita. Mentre, l'UE dovrebbe intervenire con propri correttivi normativi solo quando i “marchi di qualità” privati sollevano determinate preoccupazioni di supervisione o di regolamentazione".

Inoltre, come parte della revisione del quadro normativo dell'UE per le banche e le compagnie di assicurazione, la Commissione ha incaricato le autorità europee di supervisione finanziaria di esaminare se uno sconto sui requisiti patrimoniali in futuro è giustificato per gli investimenti sostenibili. L’esperto economista del CEP ritiene che questo sia rischioso e avverte: "Se gli investimenti sostenibili siano effettivamente meno rischiosi di quelli non sostenibili è una questione ancora aperta. Un ammorbidimento dell'approccio normativo basato sul rischio dovrebbe essere evitato. Altrimenti, potrebbero insorgere dei pericoli per la stabilità dei mercati finanziari".

Nel frattempo, la Commissione intende determinare a breve se considera l'energia nucleare e il gas naturale “sostenibili”. Una tendenza pro-nucleare e pro-gas naturale sta già emergendo. "Ci saranno attori che vedranno il risultato di tale decisione come qualcosa di non rispettoso della loro idea di sostenibilità e conseguentemente perderanno fiducia nella “tassonomia” prevista dall’UE in tale ambito.

L’esperto del cep sottolinea il fatto che “non c'è bisogno di una definizione “imposta” di sostenibilità come stabilito dalla “tassonomia verde", non esiste realmente ancora una comprensione oggettiva o uniforme della sostenibilità. È perfettamente legittimo classificare le attività sostenibili in base a diversi criteri e ponderarli differentemente in caso di conflitti tra diversi obiettivi ambientali".

La versione integrale del cepInput è qui disponibile in lingua inglese.