Revisione della direttiva “Solvency II” (cepAnalisi)

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La proposta di un nuovo quadro giuridico europeo per le compagnie di assicurazione è sul tavolo del legislatore europeo da settembre. L'occasione colta è stata quella dell'impegno preso dalla Commissione a revisionare la direttiva Solvency II. L'obiettivo è quello di adattare meglio gli assicuratori ad alcune condizioni quadro strutturalmente cambiate, tra cui soprattutto quella dei tassi d'interesse persistentemente bassi, i rischi climatici e le conseguenze della pandemia da COVID19. La sede di Friburgo del think tank “Centres for European Policy Network” (CEP) considera però alcuni dei cambiamenti proposti superflui ed altri persino rischiosi.

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"Le regole relative all'analisi degli sviluppi macroeconomici e dei mercati finanziari sono altrettanto inutili quanto gli obblighi aggiuntivi per la gestione dei rischi di liquidità", dice l'economista del CEP, Philipp Eckhardt, autore dell'analisi. “I pagamenti di eventuali sinistri legati ai contratti di assicurazione di solito diventerebbero esecutivi comunque molto più tardi. Un deterioramento della situazione finanziaria di una compagnia di assicurazione non arriva all'improvviso, può essere ben osservato ed affrontato per tempo", sottolinea Eckhardt.

Secondo il CEP, anche il tentativo, attraverso obblighi di garanzie di capitale più bassi, di dirottare le compagnie di assicurazione verso investimenti azionari a lungo termine è pieno di pericoli. "Perché tali investimenti non sono da considerare necessariamente a basso rischio. Spingere gli assicuratori verso questi investimenti viola il principio della regolamentazione basata sulla prevenzione del rischio e pone delle incognite sulla stabilità dei mercati finanziari".

Nel complesso, Eckhardt però accoglie con favore il fatto che la Commissione stia, almeno per il momento, rinunciando a stabilire requisiti di garanzie di capitale più bassi per gli investimenti definiti “sostenibili”. "Questo comporterebbe infatti altri tipi rischi per la stabilità dei mercati finanziari e potrebbe incoraggiare la formazione di una “bolla” nell’ambito degli investimenti verdi".