Il brutale ritorno della storia e le elezioni presidenziali francesi: una spinta verso la “sovranità europea”

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La guerra in Ucraina sta influenzando anche la campagna per le elezioni presidenziali in Francia. Allo stesso tempo, il tema di come acquisire una maggiore “sovranità europea” sta risultando sempre più in ascesa; proprio una delle priorità di Emmanuel Macron fin dal primo giorno della sua presidenza. La sede di Parigi del think tank “Centres for European Policy Network (CEP)” ha analizzato l’attuale situazione in Francia, anche alla luce della guerra di aggressione russa ad uno stato confinante con l'Ue.

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"Lo slancio è ora chiaramente dalla parte di Macron: tutti i candidati presidenziali francesi devono ora essere anche misurati con la risposta alla domanda su come l'Europa può diventare più indipendente, soprattutto militarmente ed in termini di politica energetica. Ed è probabile che Macron sia quello che combina meglio la visione di una maggiore “sovranità europea” con il desiderio di leadership francese", dice Marc Uzan, direttore del Cep di Parigi e autore dell'analisi.

Uzan descrive brevemente i principali candidati francesi e i loro programmi. Mentre egli dà al deputato verde Yannick Jadot poche possibilità, come pure ai candidati della sinistra Jean Luc Melanchon e Anne Hidalgo, lancia però un avvertimento rispetto alla possibilità di un concreto spostamento complessivo verso destra dell’elettorato francese. Il populista di destra Eric Zemmour, per esempio, vuole proteggere l'UE dai flussi di rifugiati dalle zone di guerra costruendo un muro, seguendo il modello ungherese. Marine Le Pen, invece, ha cambiato decisamente il suo programma rispetto al 2017. Non chiede più che la Francia lasci l'UE, ma considera comunque una chimera una maggiore “sovranità europea”.

Secondo Uzan, la candidata di centro-destra, Valérie Pécresse, potrebbe così, alla fine, risultare la sfidante più temibile per Macron. Dando molto peso nel suo programma, sia alle questioni della migrazione, sia a quelle della protezione contro le importazioni a basso costo che danneggiano il clima.

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