Nuova direttiva sul credito al consumo (cepAnalisi del COM(2021) 347)

Shutterstock

Finanziamenti senza commissioni, piattaforme di crowdfunding, offerte buy-now-pay-later: La varietà di prestiti veloci su internet è aumentata drasticamente. Mentre queste offerte stimolano la concorrenza, portano però anche dei nuovi rischi per i consumatori. Per rafforzare i loro diritti e proteggerli meglio dal sovraindebitamento privato, la Commissione ha presentato un proprio progetto di nuova direttiva. Il think tank Centres for European Policy Network (CEP) considera la riforma complessivamente necessaria, ma alcune delle proposte troppo rigide o non ancora pienamente sviluppate.

cepAnalisi

"L'UE non dovrebbe introdurre un modulo informativo aggiuntivo", sottolinea l'economista del CEP Philipp Eckhardt. Questo non creerebbe alcun valore aggiunto, ma porterebbe solo a più inutile burocrazia. Eckhardt ha esaminato la proposta della Commissione insieme all'economista, Marco Mazzone, ed il giurista, Patrick Stockebrandt.

Secondo gli esperti del CEP, lo scambio di informazioni per il controllo della solvibilità ha, in linea di principio, senso per entrambe le parti. Secondo Mazzone, tuttavia, le specifiche richieste per tali controlli non sono ancora state sufficientemente articolate. "Uno stesso standard di valutazione non dovrebbe essere applicato a tutti i tipi di prestiti al consumo", sottolinea l'economista. Inoltre, si dovrebbe specificare quali dati possono essere utilizzati per i controlli di affidabilità creditizia. "Siamo convinti che le informazioni sulla situazione finanziaria ed economica del richiedente il credito dovrebbero essere sufficienti".

 

Il fatto poi che la direttiva proposta preveda un tetto massimo per i tassi d'interesse e gli altri costi viene considerato inutile dai ricercatori del CEP. "I requisiti di informazione migliorati ed il controllo di affidabilità creditizia rafforzato forniscono già una protezione sufficiente del consumatore", afferma Eckhardt.

L'obiettivo di fornire una maggiore certezza del diritto attraverso la riforma della normativa europea relativa al credito per il consumo appare effettivamente corretto. "Ma soprattutto sul diritto di recesso, mancano ancore regole chiare relative ai limiti temporali. Questo crea incertezza giuridica piuttosto che chiarezza giuridica", sottolinea il giurista del CEP, Stockebrandt.