La strategia UE per l’immigrazione legale (cepInput)

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Secondo gli esperti del mercato del lavoro, l'Unione europea dipende sempre più dall'immigrazione legale. A causa dell'invecchiamento, mancano milioni di lavoratori qualificati. Nel mondo, più di 60 milioni di persone sono in fuga. In questo contesto, la Commissione ha lanciato una nuova iniziativa sulla migrazione. La sede di Roma del Centro per le politiche europee (CEP) ritiene che i piani presentati da Bruxelles siano ragionevoli e appropriati, ma mette in guardia dalle diverse sensibilità nazionali.

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"La Commissione sta chiarendo che considera i lavoratori provenienti da Paesi terzi un'opportunità, non un problema, per l'economia pubblica e privata dell'UE. Siamo molto soddisfatti di questo", spiega Andrea De Petris del CEP di Roma. Il giurista ritiene importante un approccio europeo, anche se il livello di competenza decisivo rimane quello degli Stati membri. "L'inizio dell'immigrazione gestita è stato fatto. Questo è urgentemente necessario per aumentare l'attrattiva dell'UE per gli immigrati qualificati, i talenti e gli imprenditori".

De Petris ritiene che la governance comune UE sia potenzialmente più efficiente dell'intervento nei singoli mercati lavorativi. "Abbiamo bisogno di un approccio nuovo e pragmatico, volto a ottenere i maggiori benefici sia per gli Stati membri, che le imprese e i lavoratori extracomunitari". La scelta di una combinazione di misure legali e politiche più concrete comporterà le necessarie modifiche alle norme europee esistenti, coinvolgendo gli Stati membri, gli attori economici e le parti interessate a diversi livelli.

"La difficoltà principale sarà quella di convincere i 27 Stati membri, che sono ancora responsabili dell'ammissione di lavoratori di Paesi terzi nel loro territorio, che la strategia di razionalizzazione del fenomeno è in linea con i loro interessi nazionali e non contro di essi", sottolinea De Petris.