La posizione europea sulle materie prime del futuro

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L'espansione delle tecnologie del futuro crea un'enorme domanda di materie prime indispensabili. L'Unione Europea deve affrontare la sfida di garantire l'approvvigionamento di questi materiali critici. In un cepInput, il think tank Centres for European Policy Network (CEP) esamina il contesto attuale e fornisce raccomandazioni per una strategia dell'UE sulle materie prime

cepInput

"Le possibilità di sopravvivenza del modello sociale ed economico europeosono in parte determinate dai mercati internazionali delle materie prime", afferma l'economista del CEP André Wolf, autore del cepInput. Le cosiddette materie prime critiche sono il prerequisito per la trasformazione delle industrie versola decarbonizzazione e l'automazione. Metalli come il litio, il cobalto, il titanio e le terre rare sono indispensabili per diverse tecnologie future: per la generazione di energia rigenerativa negli impianti eolici e fotovoltaici, per la rivoluzione della mobilità nelle batterie e nelle celle a combustibile, per la rete digitale nei display e nei cavi a fibre ottiche e per il controllo automatizzato nei microchip.

Il problema però sta nel fatto che le risorse vengono estratte prevalentemente al di fuori della sfera d'influenza europea. Molti Paesi di origine non condividono gli standard ambientali e sociali europei - e la situazione di approvvigionamento è spesso concentrata in un solo Paese o in pochi Paesi: il cobalto dal Congo, i metalli di platino dal Sudafrica o il litio, vanadio e le terre rare dalla Cina.

Wolf analizza tre strategie che potrebbero essere seguite dall'Unione Europea nell'approvvigionamento di materie prime. Una strategia di estrazione delle materie prime interna all'UE che ha finora svolto un ruolo subordinato. Secondo Wolf, il sostegno statale all'estrazione interna all’UE non è la strada giusta, soprattutto per ragioni economiche e di sostenibilità sociale.

A breve termine, l'UE trarrebbe maggiori benefici da partenariati strategici,come quelli già esistenti con Canada e Ucraina. Questi potrebbero essere formati con altri Paesi che condividono standard di sostenibilità simili a quelli dell'UE.

Secondo Wolf, tuttavia, a lungo termine appare strategica l'espansione delle capacità di riciclo. Sotto la parola"urban mining",le materie prime già presenti nei nostri apparecchi elettrici/elettronici devono essere riciclate. Ciò richiede uno smaltimento adeguato, un sistema di raccolta e selezione efficiente e un aumento del capitale investito. In generale, i tassi di raccolta e riciclaggio nell'UE devono essere aumentati in modo significativo.

Il Piano d'azione UE del 2020 per le materie prime critiche, mirava a rafforzare la valorizzazione di estrazioni a livello nazionale, a diversificare le catene di approvvigionamento e a garantire la sicurezza delle forniture. "La Commissione europea però solo ora ha veramente riconosciuto l'importanza strategica di questi temi non solo in linea di principio, come dimostra il recente annuncio di una vera normativa UE sulle materie prime critiche. Tuttavia, mancano ancora strumenti concreti ed una chiara definizione delle priorità”, sottolinea Wolf.

Il CEP,quindi, sostiene una strategia per le materie prime basata essenzialmente su partenariati strategici con Paesi terzi nel breve termine e sul rafforzamento delle capacità di approvvigionamento interne attraverso l'uso circolare delle risorse nel lungo termine.