L'Italia di fronte ad uno smottamento politico (cepAdhoc)

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Alle elezioni politiche italiane del 25 settembre si profila una vittoria elettorale dell'estrema destra guidata da Giorgia Meloni. La populista di destra è considerata anche relativamente euroscettica. Il Centro Politiche Europee di ROMA (sede italiana del Network CEP) - che ha curato un cepAdhoc mirato ad approfondire i vari aspetti di questo appuntamento elettorale e destinato, in particolare, all’informazione degli altri partner europei - non si aspetta però un corso politico anti-UE. Il margine di manovra di un governo di estremisti di destra e di partiti di centro-destra è troppo ridotto per una tale ipotesi.

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"La situazione è diversa da quella dell'Ungheria o della Polonia", afferma Andrea De Petris. Il direttore scientifico del CEP di Roma che ha analizzato le possibili costellazioni dopo le elezioni. Giorgia Meloni e Matteo Salvini della Lega dipenderebbero comunque dai partner moderati per formare un governo. Bruxelles poi dispone ormai anche di strumenti piuttosto efficaci ed incisivi per contenere i governi populisti di destra, come sta dimostrando l'esempio dell'Ungheria.

"Soprattutto, in futuro l'economia italiana dipenderà ancora di più dagli aiuti finanziari dell'UE e da un rapporto di fiducia con la BCE", spiega De Petris. Una rottura con Bruxelles e Francoforte comprometterebbe gravemente la ripresa della produzione e dell'occupazione in importanti settori dell'economia, con conseguenti effetti negativi sulle forze politiche responsabili, sottolinea l'esperto del CEP.

Altrimenti, secondo De Petris, si verificherebbe il paradosso di un governo euroscettico che allo stesso tempo accuserebbe l'UE di non fare abbastanza per l'Italia dal punto di vista finanziario. "Un'alleanza sotto la guida Meloni sarebbe quindi praticamente “condannata” a frenare la propria posizione antieuropea ”.