Come catalizzare la trasformazione industriale verde dell'UE? Il caso delle clean tech startup (cepInput)

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L'Europa deve diventare neutrale dal punto di vista climatico. Tuttavia, per realizzare questo obiettivo ed il trasferimento tecnologico necessario, servono grandi investimenti ed un ingente sforzo economico. Il Centres for European Policy Network (CEP) ha analizzato un campione di 105 start-up nel campo delle tecnologie pulite. Il risultato: la mancanza di capitale di rischio e l'eccessiva burocrazia ostacolano la trasformazione verde in Germania, Francia ed Italia.

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"In tutti e tre gli Stati membri presi in esame manca un capitale di rischio sufficiente. Inoltre, i governi non sono disposti a ridurre gli ostacoli burocratici per accelerare le start-up". Questo è il punto di vista espresso  dall'esperta del CEP, Eleonora Poli, che ha analizzato le rispettive situazioni delle start-up insieme agli economisti del cep André Wolf, Anselm Küsters, Anna Meister e Victor Warhem.

La base empirica dello studio è costituita dalla valutazione di 61 start-up tedesche, 30 francesi e 14 italiane e dei rispettivi quadri normativi. La maggior parte delle aziende prese in esame opera nei settori delle fonti energetiche alternative come l'energia solare, dell'agricoltura pulita, delle tecnologie “smart” e del sistema sanitario. Colpisce il fatto che la maggior parte delle start-up sia localizzata solo in alcune aree metropolitane, come Berlino, Monaco, Amburgo, Parigi e Milano.

"Nell'UE non esiste ancora una definizione uniforme di cleantech", afferma Wolf. Secondo Küsters, i responsabili politici devono armonizzare le rispettive categorie nazionali. Warhem critica gli ostacoli burocratici per le start-up che operano nel settore del cleantech in tutti e tre i Paesi. Mentre la scena in Germania è caratterizzata da aziende per lo più molto giovani, le aziende in Francia e in Italia sono relativamente più datate.