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20 anni di circolazione dell’Euro, un chiarimento doveroso relativo allo studio del CEP

In riferimento alle citazioni contenute in almeno due recenti articoli dei quotidiani “Libero” e “Il Secolo d’Italia” dello studio del Cep “20 Anni dell’Euro: vincitori e perdenti- uno studio empirico” pubblicato nel febbraio 2019, si ritiene opportuno fare qui alcune precisazioni.

In particolare, che lo studio non contiene in alcun modo inviti o raccomandazioni verso alcuni Stati membri della Zona Euro a lasciare la moneta unica.

L’analisi del CEP evidenzia, invece, come gli Stati aderenti all’Euro dovrebbero implementare una serie di riforme, indirizzate specialmente ad aumentare la competitività nazionale, al fine di trarre pienamente beneficio dalla loro partecipazione alla moneta unica. Questo viene sottolineato più volte nello studio. Inoltre, lo studio sottolinea come un'uscita dall'Euro sarebbe accompagnata da rischi non controllabili per le economie che lasciassero la moneta unica, e pertanto tale decisione non porterebbe a un miglioramento della prosperità per nessun paese rispetto allo status quo.

Diversamente da quanto riportato da “Libero” e “Il Secolo d’Italia” , In nessun modo lo studio del CEP (disponibile in lingua tedesca e francese), identifica la partecipazione alla moneta unica come causa della ridotta competitività economica e produttiva di alcuni Stati membri dell’Euro.

Dopo la pubblicazione, nel 2019 (il 2019 infatti rappresenterebbe il reale anniversario dell’introduzione dell’EURO, mentre in questi giorni si celebra solo l’inizio della circolazione delle relative banconote e monete), il CEP ritenne di dover aggiungere allo stesso anche una apposita dichiarazione esplicativa, della quale ora si ritiene doveroso diffondere anche una traduzione in lingua italiana.

 

DICHIARAZIONE RELATIVA ALLE REAZIONI ALLO STUDIO 20 YEARS OF THE EURO   (febbraio 2019)

Lo studio è intervenuto un contesto politico molto sensibile, ed ha quindi provocato numerose reazioni. A questo proposito precisiamo:

Nessuna raccomandazione per un'uscita dall'Euro, ma per le riforme.

I risultati dello studio non mostrano che sarebbe meglio per uno Stato membro dell'eurozona lasciare l'Euro. Piuttosto, gli Stati aderenti all'euro che non hanno beneficiato dell'Euro finora devono implementare le riforme, specialmente per aumentare la competitività, al fine di trarre vantaggio dalla moneta unica. Questo è stato sottolineato più volte nello studio. Inoltre, un'uscita dall'Euro sarebbe accompagnata da rischi che non possono essere controllati, e quindi non porterebbe a un miglioramento della prosperità per nessun Paese rispetto allo status quo. Non c'è quindi modo di aggirare le riforme.

Definizione del “Metodo del gruppo di controllo sintetico”

Il “Metodo del gruppo di controllo sintetico” è un metodo consolidato per valutare le misure politiche. Uno sviluppatore del metodo - Alberto Abadie - l'ha applicato a una serie di circostanze molto simili, cioè la riunificazione tedesca e l'unione monetaria tra i due Stati tedeschi a seguito della loro riunificazione.[1] I risultati sono stati pubblicati in una delle più prestigiose riviste di scienze politiche del mondo, l'American Journal of Political Science. Puzello e Gomis-Porqueras hanno usato il metodo del gruppo di controllo sintetico per determinare i vincitori e i perdenti dell'Euro fino al 2009 [2]. I risultati sono stati pubblicati nella altrettanto prestigiosa European Economic Review. Entrambe le riviste richiedono un sistema di peer review.

Ponderazione dei gruppi di controllo

Nel metodo di controllo sintetico, la ponderazione dei gruppi di controllo è determinata da una procedura matematica, così che i Paesi molto simili allo Stato aderente all'Euro oggetto di studio prima dell'introduzione della moneta unica abbiano un peso maggiore rispetto ai Paesi meno simili allo Stato aderente all'Euro oggetto di studio. I fattori considerati a questo scopo sono, oltre al prodotto interno lordo, il tasso d'inflazione, la quota industriale del valore aggiunto lordo, la formazione lorda di capitale fisso, la somma delle esportazioni e delle importazioni, ciascuna misurata come percentuale del prodotto interno lordo. Questo approccio significa che anche Paesi come il Bahrain possono far parte del gruppo di controllo per i singoli Stati aderenti all'Euro, come è stato il caso nello studio di Puzello e Gomis-Porqueras.

Limiti del metodo

Ai fini dello studio, il metodo del gruppo di controllo sintetico presuppone implicitamente che nessuna influenza esogena influenzi significativamente lo sviluppo del PIL nello Stato membro dell'Euro analizzato o nei Paesi del gruppo di controllo associato dopo l'introduzione dell'Euro. Nel mondo reale, che cambia dinamicamente, questa assunzione teorica è ovviamente raramente soddisfatta. Questo va tenuto adeguatamente in considerazione quando si interpretano i risultati. Il nostro studio lo sottolinea esplicitamente (p. 3).

 

[1] Vgl. Abadie, Alberto, Diamond, Alexis & Hainmueller Jens, 2015. "Comparative Politics and the Synthetic Control Method", American Journal of Political Science, Wiley, vol. 59(2), Seiten 495-510.

[2] Vgl. Puzzello, Laura & Gomis-Porqueras, Pedro, 2018. "Winners and losers from the €uro," European Economic Review, Elsevier, vol. 108(C), Seiten 129-152.