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Emergenza gas: un banco di prova per l'UE

Il 26 luglio, anche il Consiglio Energia dell’UE si è espresso sostanzialmente a favore dei piani di riduzione, possibilmente rapida, del consumo di gas, presentati il 20 luglio scorso, dalla Commissione europea in modo da rendere l'UE più resiliente a eventuali mancate forniture di gas russo durante il prossimo inverno.

L’orientamento del Consiglio mantiene la struttura generale del progetto impostato dalla Commissione che distingue tra raccomandazioni “non vincolanti” sul risparmio di gas per gli Stati membri, le imprese e i privati, ma che prevede anche un obbligo vincolante per tutti gli Stati membri di ridurre i rispettivi consumi di gas del 15% in caso di “allerta gas” stabilito nell'UE. Però si evidenzia, che al contempo la decisione in merito non possa essere presa autonomamente dalla Commissione e che preveda anche tutta una serie di esenzioni e possibili deroghe per i singoli Stati membri, in relazione alle loro specifiche necessità e caratteristiche. Dal punto di vista del CEP, queste misure vanno nella giusta direzione, ma ritiene che avrebbero dovuto essere discusse ed introdotte molto prima.

 

Regolamento UE sull'emergenza gas: obbligo di risparmio

La Commissione insieme alla sua comunicazione propone un nuovo regolamento del Consiglio per ridurre il consumo di gas. L'obiettivo, inizialmente non vincolante, è che tutti gli Stati membri riducano il proprio consumo di gas del 15% dal 1° agosto 2022 al 31 marzo 2023. La Commissione condiziona la dichiarazione di un "allerta gas dell'UE" al fatto che almeno tre Stati membri ne avranno fatto richiesta, l'obiettivo di riduzione del 15% diventerebbe allora vincolante per tutti gli Stati membri. L'allerta gas dell'UE può essere attivata se esiste un rischio significativo di grave carenza di gas o se la domanda di gas è eccezionalmente elevata. Entro la fine di settembre 2022, gli Stati membri devono aggiornare i loro piani di emergenza nazionali e stabilire come intendono raggiungere l'obiettivo di riduzione del 15%. In seguito, dovranno riferire alla Commissione sui loro progressi ogni due mesi. Gli Stati membri che richiedono forniture di gas solidali dovranno dimostrare quali misure hanno adottato per ridurre il loro consumo di gas.

Il regolamento proposto si basa sulla competenza di emergenza di cui all'articolo 122 del TFUE, che consente al Consiglio di adottare contromisure "in uno spirito di solidarietà tra gli Stati membri" in caso di gravi difficoltà di approvvigionamento, in particolare nel settore energetico. Per la decisione del Consiglio è sufficiente una maggioranza qualificata, in modo che i singoli Stati membri non abbiano potere di veto e il Parlamento europeo non debba dare il proprio consenso. Si potrebbe adottare il regolamento UE sull'emergenza gas già sulla base dell’accordo del 26 luglio.

 

Piano di emergenza gas dell'UE: raccomandazioni per il risparmio di gas

Per aiutare gli Stati membri a raggiungere l'obiettivo di riduzione del 15%, la Commissione ha anche presentato un Piano di emergenza per il gas dell'UE con linee guida non vincolanti per ridurre il consumo di gas.

Per evitare il razionamento dell'allocazione del gas, gli Stati membri devono innanzitutto garantire che il gas sia sostituito da altre fonti energetiche, per quanto possibile. Se possibile, si dovrebbero utilizzare principalmente energie rinnovabili o altre opzioni a minore intensità di CO2 e a minore impatto ambientale. Tuttavia, secondo la Commissione, il ricorso temporaneo al carbone, al petrolio e all'energia nucleare può essere necessario per risparmiare gas. Inoltre, gli Stati membri dovrebbero creare incentivi basati sul mercato per ridurre il consumo di energia nell'industria, ad esempio organizzando aste o gare per il risparmio di gas. Inoltre, la Commissione raccomanda vivamente agli Stati membri di ricorrere a "campagne di sensibilizzazione" per incoraggiare la popolazione e le imprese a risparmiare energia, soprattutto per il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici.

Nel caso in cui la carenza di gas non possa essere evitata, la normativa UE già in vigore prevede che le famiglie e i consumatori di gas rilevanti per il sistema, come gli ospedali, siano riforniti di gas in via prioritaria come "consumatori protetti" (cfr. cepInput 6/2019: Approvvigionamento di gas nell'UE; cepPolicyBrief 12/2016: Sicurezza dell'approvvigionamento di gas). Secondo la Commissione, anche i settori che forniscono prodotti e servizi fondamentali per l'economia, le catene di approvvigionamento transfrontaliere e la competitività dell'UE dovrebbero essere protetti in modo particolare. Al fine di identificare e dare priorità ai clienti o alle entità più vulnerabili tra i consumatori di gas "non protetti" ai sensi dell'attuale legislazione dell'UE al momento di prendere decisioni sul razionamento, propone i seguenti criteri di selezione:

  • Rilevanza sistemica per la società: settori come la sanità, l'alimentazione, le raffinerie, la sicurezza, la difesa e i servizi ambientali.
  • Catene di approvvigionamento transfrontaliere: settori che forniscono prodotti e servizi fondamentali per il buon funzionamento delle catene di approvvigionamento dell'UE.
  • Danni imminenti agli asset: la produzione deve poter riprendere senza ritardi significativi, riparazioni, approvazioni amministrative e costi.
  • Opportunità di ridurre il consumo di gas e di sostituire i prodotti.

 

Valutazione del Cep: la crisi del gas è un banco di prova per l'Europa

Le misure e le raccomandazioni proposte delle istituzioni UE per la riduzione del consumo di gas e per un'azione coordinata all'interno dell'UE sono un passo nella giusta direzione: possono dare un importante contributo al risparmio di una quantità considerevole di gas già prima dell'inverno e quindi rendere l'UE più resiliente alle interruzioni delle forniture di gas russo. Ogni metro cubo di gas già risparmiato in estate e in autunno può ridurre il rischio di carenza di gas in inverno e almeno attenuare l'aumento dei prezzi del gas. Tuttavia, l'UE e i suoi Stati membri avrebbero potuto e dovuto agire molto prima: dall'invasione russa dell'Ucraina, al più tardi alla fine di febbraio 2022, è stato chiaro il pericolo a cui è esposto l'approvvigionamento energetico dell'Europa a causa della dipendenza dal gas russo (si veda anche, cepInput 6/2015: Acquisto congiunto di gas - opzioni per ridurre la dipendenza dal gas russo) - eppure si è perso tempo prezioso fino alla fine di luglio.

È ancora più importante che gli Stati membri dell'UE facciano fronte comune e combattano con decisione l'incombente carenza di gas risparmiando in modo sostanziale e, in caso di emergenza, aiutandosi a vicenda con "consegne solidali di gas". Ciò richiede decisioni di distribuzione complesse e talvolta dolorose. Il quadro giuridico per questo è in vigore da molto tempo (si veda cepInput 6/2019: Fornitura di gas nell'UE). In base a ciò, gli Stati membri confinanti avrebbero dovuto fissare le regole per la fornitura reciproca di gas in caso di emergenza gas nei cosiddetti "accordi di solidarietà". Tuttavia, finora sono stati conclusi solo sei accordi di questo tipo: bisogna superare il riflesso condizionato di tipo nazionale di pensare prima a se stessi e gli Stati membri interessati dovrebbero provvedere immediatamente ad attivarsi con visione “comunitaria”. Mentre alcune delle linee emerse in Consiglio possono trovare una loro oggettiva giustificazione, l’estendere eccessivamente la logica delle esenzioni e deroghe finirebbe per indebolire la tenuta della strategia nel suo complesso.

La crisi del gas è una cartina di tornasole per l'Europa. Insieme si può essere più forti. La cooperazione transfrontaliera all'interno dell'UE offre molte opportunità per affrontare meglio le interruzioni delle forniture di gas russo e per ripristinare la "sovranità energetica" europea (si veda: cepAdhoc 4/2022 dell'11 marzo 2022: REPowerEU - Struggling for EU Energy Sovereignty; Common Ground of Europe del 22 aprile 2022: How to Regain Europe's Energy Sovereignty). In questo caso, gli Stati membri non devono lasciarsi dividere. I Paesi che dipendono meno direttamente dalle forniture di gas russo dovrebbero anche tenere presente che gli sconvolgimenti economici e sociali nelle economie dell'UE più dipendenti li colpirebbero duramente, almeno indirettamente - in definitiva, tutti gli Stati membri sono nella stessa barca. Ora la tanto decantata solidarietà europea deve dimostrarsi tale. Perché alla fine non si tratta "solo" di gas: il tentativo di Putin di usare l'energia come arma è essenzialmente un attacco alle società liberaldemocratiche europee. Quindi egli non deve, in questo, poter registrare alcun successo.

 

A cura di Götz Reichert e Stefano Milia