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Il Trattato del Quirinale tra Italia e Francia: Roma e Parigi per una cooperazione rafforzata guardando a Bruxelles (e a Berlino)

Il 26 novembre 2021 il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ed il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi hanno firmato a Roma il “Trattato del Quirinale”: si tratta di un accordo bilaterale di rafforzamento della collaborazione tra Italia e Francia, che prevede tra l’altro la convocazione di un vertice intergovernativo con cadenza annuale, e la partecipazione di un membro del governo di un Paese ai lavori del consiglio dei ministri dell'altro, almeno una volta ogni tre mesi.

Il Trattato del Quirinale, così denominato perché firmato nel Palazzo del Quirinale, residenza del Presidente della Repubblica italiano, si compone di un preambolo e 12 articoli, accompagnati da un programma di lavoro contenente la tabella di marcia per rendere operativo l’accordo, che interessa fortemente molti dei principali dossier europei.

In tema di politica estera, l’art. 1 impegna Italia e Francia a portare all’attenzione globale alcune priorità, come il rafforzamento della lotta contro il terrorismo, la criminalità organizzata, le violazioni dei diritti umani, inclusa la tratta degli esseri umani, i traffici illeciti e la cooperazione nello spazio cibernetico, la lotta contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa. Roma e Parigi dedicano particolare attenzione al consolidamente della stabilità del Mediterraneo (definito “ambiente comune”), dell'Africa, del Medio Oriente e nell'area dell'Indo-Pacifico, da raggiungere attraverso forme di consultazioni rafforzate, specialmente in caso di crisi e prima di importanti scadenze internazionali, nonché tramite il coordinamento delle rispettive reti diplomatiche.

L’art. 2 si dedica ai temi della sicurezza e della difesa, prevedendo il principio di mutua assistenza tra i due Stati contraenti in caso di aggressione armata sui rispettivi territori, nel rispetto dei trattati Nato e Ue, nonché il rilancio del Consiglio italo-francese di difesa e sicurezza ed una nuova cooperazione tra i rispettivi gruppi aeronavali. Attraverso la cooperazione bilaterale, Italia e Francia intendono anche salvaguardare la sicurezza comune europea, consolidando il pilastro europeo della Nato attraverso consultazioni regolari sulle questioni trattate da Nato ed UE.

L’art. 3 disciplina gli affari europei, impegnando le parti a rafforzare le istituzioni e i valori fondanti del progetto europeo e dello Stato di Diritto. Inoltre, Roma e Parigi promuovono la cittadinanza europea, sostengono i lavori della Conferenza sul futuro dell'Europa, favoriscono la costituzione di liste transnazionali in vista delle elezioni europee, e prevedono consultazioni regolari tra i rispettivi governi e tra le rispettive Rappresentanze Permanenti a Bruxelles, con l'obiettivo di concordare posizioni comuni. Il Trattato sostiene inoltre il coordinamento della politica economica europea, l’integrazione economica e finanziaria dell’Unione Europea, il completamento dell’Unione economica e monetaria, il rafforzamento della moneta unica, la promozione dei meccanismi di convergenza fiscale per combattere forme di concorrenza economica aggressiva, e l’adozione di regole della fiscalità internazionale capaci di fornire risposte adeguate alle sfide della digitalizzazione delle economie. Da e evidenziare anche il sostegno ad una maggiore democratizzazione delle istituzioni europee e ad un ricorso più esteso alla maggioranza qualificata per l’adozione di decisioni al Consiglio.

In materia di politiche migratorie, l’art. 4 impegna Italia e Francia ad approfondire la cooperazione all'interno dell'Ue per preservare la libera circolazione in Europa, rafforzando l'integrità dello spazio interno Schengen, migliorandone funzionamento e governance. Roma e Parigi vogliono lavorare insieme per una riforma profonda delle politiche migratorie e d'asilo europee, affinché si basino sui principi di responsabilità e di solidarietà, e per la promozione di partenariati strategici con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori. I Ministeri degli Affari Esteri e dell'Interno de due Paesi intendono istituire un meccanismo di concertazione rafforzata, con riunioni periodiche su asilo e migrazioni, azioni comuni nella lotta contro i contenuti terroristici on line, l’incitamento all’odio, la radicalizzazione, e lo scambio informativo per contrastare la criminalità organizzata e le forme di crimine trans-nazionale.

Completano il quadro un più dettagliato "Programma di lavoro" con impegni alla cooperazione bilaterale in ambito economico, industriale e digitale, di sviluppo sociale, di istruzione e formazione, ricerca e innovazione (con grande attenzione all’ingegneria aerospaziale), di cultura e società civile ed altro.

Nel complesso, si può concludere che il Trattato del Quirinale mira a diventare per i rapporti tra Italia e Francia quello che dal 1963 il Trattato dell’Eliseo, rilanciato nel gennaio 2019 ad Aquisgrana, rappresenta per le relazioni tra Francia e Germania. Si tratta per il momento di una cornice che attende di essere riempita di contenuti concreti: quale evoluzione prenderà l’alleanza dipenderà in gran parte da chi saranno i leader al comando dei due Paesi nel prossimo futuro. Con tutta probabilità Draghi e Macron, da convinti europeisti, utilizzerebbero gli spazi relazionali  aperti dal Trattato come strumento di cooperazione rafforzata bilaterale, intesa nel contempo a favorire il rilancio del processo di integrazione europeo, in un’ottica di condivisione di obiettivi in cui verosimilmente coinvolgere anche la Germania guidata da Olaf Scholz. Eventuali cambi della guardia a Roma o Parigi, invece, aprirebbero a scenari ben diversi, in cui gli accordi bilaterali potrebbero assumere un ruolo non complementare, ma antagonista rispetto alle tradizionali relazioni pro-europee attualmente perseguite da Italia e Francia. Il 2022, con le tante scadenze elettorali che interesseranno i due Paesi, fornirà alcune risposte a queste ed altre domande, decisive per il futuro dell’Unione Europea.

Andrea De Petris, Direttore Scientifico Cep Italia