Il Trattato del Quirinale, così denominato perché firmato nel Palazzo del Quirinale, residenza del Presidente della Repubblica italiano, si compone di un preambolo e 12 articoli, accompagnati da un programma di lavoro contenente la tabella di marcia per rendere operativo l’accordo, che interessa fortemente molti dei principali dossier europei.
In tema di politica estera, l’art. 1 impegna Italia e Francia a portare all’attenzione globale alcune priorità, come il rafforzamento della lotta contro il terrorismo, la criminalità organizzata, le violazioni dei diritti umani, inclusa la tratta degli esseri umani, i traffici illeciti e la cooperazione nello spazio cibernetico, la lotta contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa. Roma e Parigi dedicano particolare attenzione al consolidamente della stabilità del Mediterraneo (definito “ambiente comune”), dell'Africa, del Medio Oriente e nell'area dell'Indo-Pacifico, da raggiungere attraverso forme di consultazioni rafforzate, specialmente in caso di crisi e prima di importanti scadenze internazionali, nonché tramite il coordinamento delle rispettive reti diplomatiche.
L’art. 2 si dedica ai temi della sicurezza e della difesa, prevedendo il principio di mutua assistenza tra i due Stati contraenti in caso di aggressione armata sui rispettivi territori, nel rispetto dei trattati Nato e Ue, nonché il rilancio del Consiglio italo-francese di difesa e sicurezza ed una nuova cooperazione tra i rispettivi gruppi aeronavali. Attraverso la cooperazione bilaterale, Italia e Francia intendono anche salvaguardare la sicurezza comune europea, consolidando il pilastro europeo della Nato attraverso consultazioni regolari sulle questioni trattate da Nato ed UE.
L’art. 3 disciplina gli affari europei, impegnando le parti a rafforzare le istituzioni e i valori fondanti del progetto europeo e dello Stato di Diritto. Inoltre, Roma e Parigi promuovono la cittadinanza europea, sostengono i lavori della Conferenza sul futuro dell'Europa, favoriscono la costituzione di liste transnazionali in vista delle elezioni europee, e prevedono consultazioni regolari tra i rispettivi governi e tra le rispettive Rappresentanze Permanenti a Bruxelles, con l'obiettivo di concordare posizioni comuni. Il Trattato sostiene inoltre il coordinamento della politica economica europea, l’integrazione economica e finanziaria dell’Unione Europea, il completamento dell’Unione economica e monetaria, il rafforzamento della moneta unica, la promozione dei meccanismi di convergenza fiscale per combattere forme di concorrenza economica aggressiva, e l’adozione di regole della fiscalità internazionale capaci di fornire risposte adeguate alle sfide della digitalizzazione delle economie. Da e evidenziare anche il sostegno ad una maggiore democratizzazione delle istituzioni europee e ad un ricorso più esteso alla maggioranza qualificata per l’adozione di decisioni al Consiglio.
In materia di politiche migratorie, l’art. 4 impegna Italia e Francia ad approfondire la cooperazione all'interno dell'Ue per preservare la libera circolazione in Europa, rafforzando l'integrità dello spazio interno Schengen, migliorandone funzionamento e governance. Roma e Parigi vogliono lavorare insieme per una riforma profonda delle politiche migratorie e d'asilo europee, affinché si basino sui principi di responsabilità e di solidarietà, e per la promozione di partenariati strategici con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori. I Ministeri degli Affari Esteri e dell'Interno de due Paesi intendono istituire un meccanismo di concertazione rafforzata, con riunioni periodiche su asilo e migrazioni, azioni comuni nella lotta contro i contenuti terroristici on line, l’incitamento all’odio, la radicalizzazione, e lo scambio informativo per contrastare la criminalità organizzata e le forme di crimine trans-nazionale.
Completano il quadro un più dettagliato "Programma di lavoro" con impegni alla cooperazione bilaterale in ambito economico, industriale e digitale, di sviluppo sociale, di istruzione e formazione, ricerca e innovazione (con grande attenzione all’ingegneria aerospaziale), di cultura e società civile ed altro.
Nel complesso, si può concludere che il Trattato del Quirinale mira a diventare per i rapporti tra Italia e Francia quello che dal 1963 il Trattato dell’Eliseo, rilanciato nel gennaio 2019 ad Aquisgrana, rappresenta per le relazioni tra Francia e Germania. Si tratta per il momento di una cornice che attende di essere riempita di contenuti concreti: quale evoluzione prenderà l’alleanza dipenderà in gran parte da chi saranno i leader al comando dei due Paesi nel prossimo futuro. Con tutta probabilità Draghi e Macron, da convinti europeisti, utilizzerebbero gli spazi relazionali aperti dal Trattato come strumento di cooperazione rafforzata bilaterale, intesa nel contempo a favorire il rilancio del processo di integrazione europeo, in un’ottica di condivisione di obiettivi in cui verosimilmente coinvolgere anche la Germania guidata da Olaf Scholz. Eventuali cambi della guardia a Roma o Parigi, invece, aprirebbero a scenari ben diversi, in cui gli accordi bilaterali potrebbero assumere un ruolo non complementare, ma antagonista rispetto alle tradizionali relazioni pro-europee attualmente perseguite da Italia e Francia. Il 2022, con le tante scadenze elettorali che interesseranno i due Paesi, fornirà alcune risposte a queste ed altre domande, decisive per il futuro dell’Unione Europea.
Andrea De Petris, Direttore Scientifico Cep Italia