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Le elezioni presidenziali francesi sotto la lente del CEP

Con la vittoria di Emmanuel Macron sull’esponente populista di destra Marine Le Pen, l'Unione europea per il momento evita, indubbiamente, uno stato di tensione politica simile a quella legata alla già vista dinamica con il Regno Unito culminata con il momento della Brexit. La Francia può continuare con la sua politica pro-europea insieme alla Germania ed anche con la, recentemente sempre più coinvolta, Italia. In questo momento particolare poi, ciò significa anche nessuna esitazione nemmeno sull’attuale posizione UE contro Vladimir Putin e la sua aggressione in Ucraina.

Ma questo non significa certo aver levato i problemi dal tavolo, che invece restano immensi. Le tre sedi del “Centres for European Policy Network” (CEP), in vari commenti pubblicati in questi giorni, hanno proprio voluto evidenziare, soffermandosi su aspetti diversi, quanto questo importante risultato elettorale ora debba fare i conti con le tante sfide ancora aperte e la grande responsabilità della Francia per il futuro dell’integrazione europea.

 

Il cepAdhoc dal titolo “L'Europa ottiene con Macron cinque anni di libertà vigilata”, curato da Jörg Köpke, responsabile della comunicazione delle sedi tedesche del CEP, dopo aver analizzato le spaccature sempre più profonde nella società francese, sottolinea in particolare:  

  •  la necessità di dover spingere nuovamente i piani, finora falliti, di Macron per dare alla NATO un nuovo significato strategico e per attribuire all'Europa più peso nella politica di difesa e sicurezza;
  • l’impegno a ricercare una maggiore autonomia strategica per l'Europa, soprattutto in considerazione delle catene di approvvigionamento interrotte dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina;
  • l’esigenza di una espansione anche della cooperazione industriale e militare con i partner dell’UE;
  • la centralità dello sviluppo di dinamiche di rafforzamento della dimensione politica dell’UE, assecondate però in maniera decisa anche dalla Germania e con l’appoggio italiano. 

L’analisi conclude che la Germania deve sostenere i piani europei di Macron, per evitare un fallimento dell'UE tra cinque anni.

Similmente anche l’editoriale di apertura del “Journal de Board” curato dal direttore del CEP di Parigi, Marc Uzan, sottolinea quanto la vittoria di Macron non può dare alito a premature euforie, poiché il difficile lavoro rimane ancora tutto da fare ed il neo-populismo nazionalista in Francia sta mettendo radici sempre più profonde in una società fortemente divisa. La vittoria di tipo essenzialmente “personale” di Macron ora dovrà evolvere in un vero progetto umanista, sociale ed ecologico repubblicano che potrebbe doversi misurare anche con una composizione parlamentare futura tutt’altro che facile da gestire.

Un’intervista, rilasciata sempre da Marc Uzan insieme al Direttore generale del CEP, Prof. Henning Vöpel, apparsa su Euractiv.fr si approfondisce anche il tema di quanto tale risultato possa contribuire a rafforzare il ruolo di guida di Macron per quanto riguarda le politiche europee, evidenziando le attuali debolezze tedesche. Allo stesso tempo viene anche sottolineato quanto le posizioni tedesche stiano gradualmente divenendo sempre più compatibili con le linee strategiche francesi, attraverso forti mutazioni del tradizionale modello di sviluppo economico tedesco.  

Infine, Andrea De Petris, direttore scientifico del Centro Politiche Europee di Roma  (CEP-Italia), evidenzia con un proprio contributo di analisi, quanto gli ultimi dati elettorali francesi siano da leggere con massima cautela, rilevando l’importanza dei voti “contro” un candidato piuttosto di quelli “per” uno specifico progetto politico.