1) Proposta di regolamento sul rating ESG.
Il 13 giugno 2013 scorso, la Commissione ha presentato un quadro normativo per la regolamentazione dei rating ESG (Enviromental Social Governance), che sono prodotti e resi pubblici da fornitori specializzati in questo. I rating ESG vengono utilizzati per valutare l'esposizione di un'azienda o di un'entità ai fattori ambientali, sociali e/o di governance e il loro impatto sulla società. Fino ad oggi, i rating sono stati in gran parte non regolamentati.
La Commissione propone ora, tra le altre cose, che i fornitori di rating ESG dovrebbero essere soggetti in futuro a un processo di autorizzazione presso l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) e che quest'ultima dovrebbe quindi essere responsabile della loro supervisione. Stabilisce, inoltre, regole per i fornitori di rating ESG di paesi terzi che desiderano emettere valutazioni nell'UE e fissa dei requisiti per garantire l'integrità e l'affidabilità dei rating ESG. Ad esempio, viene vitato ai fornitori di offrire contemporaneamente servizi di consulenza agli investitori e alle aziende per le quali preparano anche i rating e non possono produrre credit rating o gestire benchmark al fine di evitare conflitti di interesse. Inoltre, gli analisti e il personale dei fornitori devono avere le conoscenze necessarie per emettere rating ESG. Al fine di promuovere la comparabilità dei rating ESG e rafforzare la trasparenza, i fornitori saranno anche obbligati ad informare il pubblico e i propri clienti sui metodi, modelli e presupposti fondamentali utilizzati nella preparazione dei rating. Infine, i fornitori di rating ESG saranno tenuti ad assicurarsi di poter addebitare ai propri clienti tariffe "eque, ragionevoli, trasparenti e non discriminatorie”, basandosi su costi effettivi.
Ora spetta al Parlamento europeo e al Consiglio finalizzare le rispettive posizioni sulla proposta di regolamento prima che possano iniziare i negoziati nel trilogo. Tuttavia, raggiungere un compromesso tra le due istituzioni prima delle elezioni del PE dell'anno prossimo non sarà facile.
2) Primi standard di reportistica sulla sostenibilità
Dal 5 gennaio 2023 è in vigore la nuova Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) Direttiva UE(2022)2464. La CSRD sostituisce la Non-Financial Reporting Directive (NFRD, 2014/95/UE) e obbliga in particolare le grandi imprese e le piccole e medie imprese (PMI) quotate a includere informazioni relative alla sostenibilità nei loro rapporti di gestione.
La CSRD stabilisce che la Commissione, tenendo conto dei lavori preparatori del Gruppo consultivo europeo sulla rendicontazione finanziaria (EFRAG), deve adottare diversi atti delegati per specificare il contenuto e la struttura della rendicontazione societaria di sostenibilità.
Entro il 30 giugno 2023, la Commissione dovrà adottare un primo insieme di standard di rendicontazione, non distinti per settore. Essi si applicano a tutte le imprese che rientrano nel campo di applicazione della CSRD, indipendentemente dai settori in cui operano le rispettive imprese. L'EFRAG aveva già presentato un parere tecnico su questi standard di rendicontazione nel novembre 2022.
Il 9 giugno 2023, la Commissione ha pubblicato un progetto di atto delegato sul primo insieme di standard di rendicontazione. Esso contiene due standard trasversali ed un totale di dieci standard sugli aspetti ambientali, sociali e di governance. La Commissione sottolinea che l'ambito d’azione della rendicontazione dovrà essere ulteriormente ridotto e reso più proporzionato rispetto al lavoro preliminare dell'EFRAG. Inoltre, si prevede di creare ulteriori periodi di transizione ed alcune comunicazioni saranno volontarie anziché obbligatorie.
Il primo insieme di standard di rendicontazione si applicherà a tutte le imprese già soggette alla NFRD a partire dal 1 gennaio 2024. Per tutte le altre imprese soggette alla CSRD, quest’ultimi diventeranno gradualmente applicabili in date successive. Le PMI quotate dovranno fornire report sulla base di standard separati che saranno adottati dalla Commissione entro la fine di giugno 2024.
Tutte le parti interessate, inoltre, hanno tempo fino al 7 luglio per rilasciare propri commenti sul progetto di atto delegato.
3) Atti delegati per istituire una tassonomia ambientale e integrare la tassonomia climatica.
Nel giugno 2020, il regolamento che istituisce un quadro per agevolare gli investimenti sostenibili ("tassonomia verde", si veda anche cepPolicyBrief) è entrato in vigore. Il regolamento stabilisce le condizioni che devono essere soddisfatte affinché un'attività economica venga considerata "ambientalmente sostenibile". Quest’ultima infatti deve contribuire in modo "significativo" ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali e non deve compromettere in modo "significativo" nessuno di questi sei obiettivi ambientali. I sei obiettivi ambientali sono:
(1) protezione del clima,
(2) adattamento ai cambiamenti climatici,
(3) uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine,
(4) transizione verso un'economia circolare,
(5) prevenzione e controllo dell'inquinamento; e
(6) protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
Il 4 giugno 2021, la Commissione ha adottato un primo atto delegato contenente criteri di valutazione tecnica sui primi due obiettivi ambientali legati al clima [Regolamento delegato (UE) 2021/2139, "Tassonomia climatica"]. Con un ulteriore atto delegato, il 9 marzo 2022, la tassonomia climatica è stata estesa, includendo criteri di valutazione su determinate attività di produzione energetica nucleare e a gas naturale [Regolamento delegato (UE) 2022/1214, si veda anche cepInput].
Il 13 giugno 2023, la Commissione ha ora adottato altri due atti delegati per completare la tassonomia verde:
Secondo il primo atto delegato, la "tassonomia climatica" sarà nuovamente adattata. L'obiettivo è definire criteri di valutazione tecnica per determinate attività economiche che finora non sono state prese in considerazione nella tassonomia climatica, come le attività di produzione legate al trasporto a basso tenore di carbonio e all'equipaggiamento elettrico, nonché determinate attività di transizione nel settore dei trasporti (navigazione e aviazione).
Un secondo atto delegato invece stabilisce i primi criteri di valutazione tecnica per gli obiettivi ambientali (3 e 6) non correlati al clima ("tassonomia ambientale"). Nell'atto giuridico, la Commissione si concentra inizialmente sulle attività economiche nei settori della produzione, fornitura di acqua, smaltimento delle acque reflue, gestione e smaltimento dei rifiuti, costruzioni e ingegneria civile, protezione civile, informazione e comunicazione, protezione ambientale e settore dell'ospitalità. I criteri di valutazione per altre attività economiche, ad esempio agricoltura, silvicoltura o pesca, saranno definiti in seguito.
L’adozione formale dei due atti giuridici è ancora in sospeso. Finora sono stati approvati in principio solo dalla Commissione. Una volta tradotti in tutte le lingue ufficiali dell'UE, la Commissione li adotterà formalmente. Il Consiglio e il Parlamento europeo avranno quindi un massimo di sei mesi per esaminarli e, se necessario, sollevare obiezioni.
4) Raccomandazione sulla "finanza di transizione"
In alcuni settori, le tecnologie realmente green sono poche e spesso non disponibili. La finanza potrebbe quindi sostenere gli investimenti "di transizione" che portano a una riduzione delle alte emissioni di gas serra o di altri impatti ambientali. Nel quadro di una raccomandazione non vincolante, la Commissione intende mostrare alle imprese dell'economia reale e al settore finanziario modi in cui possono utilizzare la “Finanza Sostenibile” per stimolare anche investimenti di transizione, tramite anche la creazione di un quadro giuridico adeguato, lo sviluppo di linee guida e la condivisione di best practices. Il focus della Commissione è su quelle aziende i cui standard di sostenibilità devono essere migliorati.
5) Potenziamento dell'utilizzo“friendly” della tassonomia dell'UE e del quadro di finanza sostenibile dell'UE
La Commissione ha inoltre pubblicato un documento di lavoro il 13 giugno 2023 che mira a fornire una panoramica dei principali pilastri del quadro giuridico della “Finanza Sostenibile”. Quest’ultimo è anche inteso a orientare le parti interessate sull'attuazione delle varie e talvolta complesse norme oltre ad affrontare il tema dell’ “user friendliness” del quadro normativo. La Commissione ha inoltre pubblicato una serie di documenti per chiarire le domande frequenti (FAQ) sull'applicazione della tassonomia e sui vari requisiti di divulgazione. Un'altra parte del pacchetto riguarda la pubblicazione di una guida per gli utenti sulla tassonomia dell'UE al fine di aiutare le aziende (finanziarie e non) a valutare meglio, tra le altre cose, l'ammissibilità delle loro attività economiche in relazione alla tassonomia.
Philipp Eckhardt - Ricercatore CEP - Mercati Finanziari