Archivio delle Pubblicazioni
IN QUESTO ARCHIVIO SONO DISPONIBILI TUTTE LE PUBBLICAZIONI DEL CEP
Le pubblicazioni costituiscono attualmente l’attività principale del team di ricerca di cep.
Esse sono disponibili più frequentemente in lingua inglese e/o tedesca. Diverse anche in lingua italiana e francese.
Nel tempo sono stati definiti i seguenti formati standard:
cepAdhoc: Commento puntuale di tematiche politiche di attualità legate all‘Unione europea .
cepAnalisi: Analisi concise di 4 pagine relative a proposte dell'UE (regolamenti, direttive, libri verdi, libri bianchi, comunicazioni) – comprensive di una sintesi e di valutazioni economiche e giuridiche.
cepInput: Contributi alle attuali discussioni sulle politiche dell'UE
cepStudio: Esame approfondito delle proposte politiche dell'UE che impattano maggiormente sull’economia.
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Secondo gli esperti del mercato del lavoro, l'Unione europea dipende sempre più dall'immigrazione legale. A causa dell'invecchiamento, mancano milioni di lavoratori qualificati. Nel mondo, più di 60 milioni di persone sono in fuga. In questo contesto, la Commissione ha lanciato una nuova iniziativa sulla migrazione. La sede di Roma del Centro per le politiche europee (CEP) ritiene che i piani presentati da Bruxelles siano ragionevoli e appropriati, ma mette in guardia dalle diverse sensibilità nazionali.
A seguito della pandemia da Covid, l'Unione Europea vuole rafforzare la sua preparazione e la sua risposta alle crisi. Un elemento importante è la nuova autorità sanitaria HERA. Il Centres for European Policy Network (CEP) ritiene che una istituzione centrale di questo tipo sia ragionevole, ma in considerazione della distribuzione delle competenze nel settore sanitario, chiede la partecipazione del Parlamento europeo e degli Stati membri.
La Banca centrale europea (BCE) sta per aumentare i tassi di interesse dopo una fase di tassi storicamente bassi. Il motivo è il maggiore aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti da 40 anni a questa parte, l'aumento dell'inflazione e il pericolo di una recessione. "Questo mix tossico sta portando la BCE nella trappola della stagflazione. Il differenziale dei tassi di interesse tra Italia e Germania sta già aumentando sensibilmente. Il mercato delle obbligazioni in euro si sta frammentando", analizza Henning Vöpel, direttore generale del think tank Centres for European Policy Network (CEP).

L'UE vuole ridurre le emissioni di gas serra a zero entro il 2050 e del 55% entro il 2030 rispetto al 1990. A tal fine, la Commissione ha proposto un pacchetto completo di misure ("Fit for 55"), che prevede anche l'inasprimento dei cosiddetti “obiettivi climatici nazionali” oggetto di diversi regolamenti e direttive, per le quali sono state recentemente proposte dalla Commissione UE delle nuove modifiche. Il think tank Centres for European Policy Network (CEP) valuta positivamente il previsto ma controverso sistema di scambio di quote di emissioni per il trasporto stradale e gli edifici (EU ETS II), però teme anche costi troppo elevati a causa di disposizioni poco flessibili rivolte agli stati membri.

L'Unione Europea vuole espandere in modo consistente la fabbricazione di chip per computer all'avanguardia nell'UE. L'obiettivo è di ridurre la dipendenza da paesi quali gli Stati Uniti, Taiwan e la Corea del Sud attraverso la ricerca e la produzione in proprio. Il think tank “Centres for European Policy Network (CEP)” dubita però che la proposta di regolamento predisposta dalla Commissione UE, avrà questo effetto e teme, piuttosto, una miliardaria corsa ai sussidi.
L'Unione europea sta passando da una crisi all'altra. La prosperità economica e il consenso democratico sono a rischio come raramente prima. In questo contesto, il Centres for European Policy Network (CEP) con una riflessione comune di vari propri ricercatori, chiede riforme rapide e, più che mai, un'Unione europea che, se necessario, avanzi anche a diverse velocità. Altrimenti, si rischia una regressione politica, economica e tecnologica irreversibile.

La Commissione europea intende rafforzare il mercato interno dei fondi di investimento con un pacchetto di misure. A tal fine, intende modificare l’attuale regolamentazione per i fondi di credito e vuole fornire ai gestori dei fondi strumenti uniformi per la gestione della liquidità. Il “Centres for European Policy Network (CEP)” accoglie con particolare favore il tentativo di rafforzare la dimensione UE in questo settore e proteggere maggiormente gli investitori, ma ritiene anche che vi siano ancora dei margini di miglioramento.
L'esplosione dei prezzi dell'energia, anche a causa della guerra in Ucraina, sta spingendo l'Unione europea ad abbandonare con sempre maggiore rapidità i combustibili fossili. Bruxelles vorrebbe quindi concentrarsi maggiormente pure sull'idrogeno verde. Il Centres for European Policy Network (CEP), in questo "cepInput" vuole fare il punto della situazione, esaminando sinteticamente diversi aspetti del progetto. Giunge così alla conclusione che questo vettore energetico, soggetto ancora a diversi limiti, possa rappresentare un elemento importante ma non pienamente risolutivo, nel percorso verso una transizione energetica efficiente.

L'UE vuole ridurre le emissioni di gas serra a zero entro il 2050 e del 55% ,rispetto al 1990, entro il 2030. A tal fine, la Commissione ha proposto un pacchetto completo di misure ("Fit for 55"). La rete “Centres for European Policy Network” (CEP) nella propria analisi accoglie con favore il controverso sistema di scambio delle quote di emissione per il trasporto su strada e per gli edifici (EU ETS II), ma chiede che venga accompagnato da un adeguato sistema di ammortizzatori sociali.

Nell'UE, le emissioni di gas serra dovranno essere portate a zero entro il 2050. Lungo la strada, devono essere già ridotte del 55% entro il 2030 rispetto al 1990. Per raggiungere questo obiettivo, la Commissione ha presentato un pacchetto completo di misure ("Fit for 55") per tutti i settori. Il Centre for European Policy Network (CEP) considera però discutibili diverse proposte centrali di modifica della direttiva sullo scambio delle quote di emissioni per l'industria e l'energia. Il think tank teme, infatti, la delocalizzazione della produzione e delle collegate emissioni inquinanti in paesi terzi.