Archivio delle Pubblicazioni

IN QUESTO ARCHIVIO SONO DISPONIBILI TUTTE LE PUBBLICAZIONI DEL CEP

Le pubblicazioni costituiscono attualmente l’attività principale del team di ricerca di cep.
Esse sono disponibili più frequentemente in lingua inglese e/o tedesca. Diverse anche in lingua italiana e francese.
Nel tempo sono stati definiti i seguenti formati standard:
 
cepAdhoc: Commento puntuale di tematiche politiche di attualità legate all‘Unione europea .
cepAnalisi: Analisi concise di 4 pagine relative a proposte dell'UE (regolamenti, direttive, libri verdi, libri bianchi, comunicazioni) – comprensive di una sintesi e di valutazioni economiche e giuridiche.
cepInput: Contributi alle attuali discussioni sulle politiche dell'UE
cepStudio: Esame approfondito delle proposte politiche dell'UE che impattano maggiormente sull’economia.

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La Commissione intende rafforzare la protezione ambientale e le opportunità di mercato per i materiali riciclati con un nuovo regolamento sugli imballaggi. Il Centres for European Policy Network (CEP) vede un grande potenziale in un'economia circolare a livello europeo. Tuttavia, Bruxelles si trova ancora a metà strada con la propria proposta e gli Stati membri potrebbero continuare a rallentare tale evoluzione in un vero mercato interno nel settore degli imballaggi.

L'Unione europea vuole ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 55% entro il 2030 rispetto al 1990. A tal fine, è prevista l'introduzione di un sistema di scambio di quote emissione separato per gli edifici e il trasporto stradale. Una recente analisi del Centres for European Policy Network (CEP) giudica, in questo quadro, inadeguate le nuove richieste degli Stati membri e del Parlamento europeo di sospendere o ammorbidire l'introduzione di tale misura, argomentando sulla base dell'aumento vertiginoso dei prezzi dell'energia.

Che si tratti di frigoriferi, lampade, televisori o prodotti tessili, la Commissione vuole essere in grado di stabilire i cosiddetti requisiti di progettazione ecocompatibile per quasi tutti i prodotti disponibili nell'UE. L'obiettivo è ridurre il consumo di energia e di risorse nella produzione, nell'uso e nello smaltimento di questi prodotti. Questo dovrebbe accelerare la transizione da un'economia dell'usa e getta a un'economia circolare. Il Centres for European Policy Network (CEP) teme però possibili conflitti tra diversi obiettivi – ed, in ultima analisi, anche effetti negativi sulla sostenibilità generale - se gli obiettivi risultassero troppo circoscritti e definiti troppo nel dettaglio.

Nell'UE, le emissioni di gas serra dovranno essere portate a zero entro il 2050. Lungo la strada, devono essere già ridotte del 55% entro il 2030 rispetto al 1990. Per raggiungere questo obiettivo, la Commissione ha presentato un pacchetto completo di misure ("Fit for 55") per tutti i settori. Il Centre for European Policy Network (CEP) considera però discutibili diverse proposte centrali di modifica della direttiva sullo scambio delle quote di emissioni per l'industria e l'energia. Il think tank teme, infatti, la delocalizzazione della produzione e delle collegate emissioni inquinanti in paesi terzi.

Nel quadro dell’attuazione del Piano europeo d’azione della Commissione UE per l’economia circolare, risulta in fase di concretizzazione anche l’affermazione del “diritto alla riparazione”. Esso ha  lo scopo di incoraggiare i consumatori a usare i prodotti più a lungo e di obbligare le aziende a prolungare la vita dei prodotti e a garantirne una migliore riparabilità. Il think tank “Centres for European Policy Network” (CEP) nel suo cepInput segnala però un possibile conflitto tra la protezione dei consumatori e quella dell'ambiente.

L'Unione Europea vuole ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro la fine di questo decennio (rispetto al 1990). Appena un giorno prima del pacchetto clima dell'UE "Fit for 55", la Francia ha approvato la propria legge sul clima. Questa però prevede una riduzione - solo del 40%.

"Gli obiettivi francesi sono molto al di sotto di quelli dell'UE. Questo rende la legge francese sul clima obsoleta prima ancora di essere applicata", dicono gli esperti della sede di Parigi del Centre for European Policy Network (CEP). Essi hanno confrontato ed analizzato entrambe le leggi in un cepInput.

Investire il denaro in modo sostenibile e con la coscienza pulita. Con obbligazioni ecologiche per un totale di 250 miliardi di euro, la Commissione europea vuole finanziare circa un terzo dei fondi per la ripresa dalla crisi del COVID nei prossimi cinque anni. Per tale finalità, sta basandosi attualmente ancora su uno standard di mercato riconosciuto a livello mondiale. Tuttavia, non è veramente pienamente convinta di questo procedere anche per il futuro.

Al fine di creare maggiore chiarezza per gli investitori, la Commissione sta infatti progettando un nuovo standard UE uniforme per i Green Bonds (EuGB). A differenza degli standard attuali del mercato finanziario globale, l’EuGB dovrebbe definire in modo più preciso in quali attività economiche "verdi" possano essere investiti i proventi delle obbligazioni. L'EuGB si baserà inoltre sulla tassonomia verde in vigore nell’UE. Il “Centres for European Policy Network (CEP)” ha analizzato i piani della Commissione oggetto di una apposita proposta di regolamento (COM(2021) 391).

Per due settimane, la conferenza sul clima dell'ONU COP26 a Glasgow ha lottato per trovare soluzioni per ridurre le emissioni di gas serra. Mentre la Commissione europea pare trovi poco sostegno per il suo piano di proteggersi unilateralmente dalla concorrenza sleale con una cosiddetta tariffa doganale climatica, il CO2 border adjustment mechanism (CBAM), altri, tra cui in particolare la Germania, allora sostengono l’approccio della creazione di un “club climatico” dei volenterosi. L'obiettivo: il maggior numero possibile di paesi dovrebbe concordare un prezzo minimo per le emissioni di CO2 e poi utilizzare una tariffa frontaliera climatica comune rivolta verso i non membri per proteggere le proprie industrie.

Come parte del suo "Green Deal", l'UE vuole anche impegnare il settore finanziario a dare il suo contributo alla riduzione delle emissioni di gas serra. Pertanto, la Commissione europea ha presentato quest'estate un piano d'azione. L'obiettivo è quello di rendere il settore finanziario più “sostenibile”.

Nell'UE, circa novanta milioni di tonnellate di cibo finiscono ogni anno nella spazzatura. Nel quadro della più ampia strategia europea “Farm to Fork” per un ciclo dell’alimentazione più sostenibile anche questo rappresenta un problema da affrontare. In  particolare, si stima che almeno il dieci per cento di questo fenomeno sia dovuto a interpretazioni errate delle date di scadenza riportate sulle confezioni. Spesso i consumatori non comprendono correttamente il significato della data di scadenza rispetto alla data minima di conservazione. La Commissione intende quindi lanciare delle consultazioni sulla datazione degli alimenti confezionati, prima della fine dell'anno. In particolare, Bruxelles propone tre opzioni alternative sulle quali dibattere.