Stato dell’arte nella garanzia dei depositi

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Ci sono ancora ostacoli rilevanti da superare sulla strada verso uno schema comune di assicurazione dei depositi per la zona euro (EDIS) previsto dalla Commissione UE. Questo è il risultato di un contributo del Centre for European Policy (cep) che confronta i sistemi bancari di Germania, Francia e Italia.

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"L'istituzione dell’EDIS continua ad essere discussa ormai da anni senza alcun progresso significativo. Anche se una direttiva europea del 2014 dovrebbe portare gradualmente ad un allineamento. “Le differenze tra i sistemi nazionali di assicurazione dei depositi in Germania, Francia e Italia sono ancora notevoli", questa è l’opinione di un gruppo di esperti dei tre centri studio, in questi paesi, facenti parte della rete cep.

Tale riflessione vale non solo rispetto all'assetto istituzionale dei tre sistemi, ma anche relativamente alle risorse finanziarie disponibili, gli aumenti temporanei delle coperture o l'uso alternativo di risorse finanziarie. La direttiva europea richiede una dotazione finanziaria a copertura dello 0,8% dei depositi entro luglio 2024. Secondo l’analisi del cep, il sistema di garanzia dei depositi delle banche private italiane, allo 0,23%, è ancora lontano da questo obiettivo. La Francia è allo 0,37%. In Germania, le banche private, raggiungono lo 0,52%.

"La discussione su uno schema comune di garanzia dei depositi probabilmente sarà destinata ad intensificarsi quest'anno", dice Van Roosebeke, coordinatore del settore “mercati finanziari” del Cep, chiedendo che le differenze esistenti siano adeguatamente prese in considerazione al momento della creazione di uno schema comune europeo di garanzia dei depositi.