Energie rinnovabili offshore (cepAnalisi del COM2020_741)

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L'Unione Europea vuole ridurre a zero le emissioni di gas serra nette entro il 2050. Per raggiungere questo obiettivo, la generazione di energie rinnovabili offshore, come l'energia eolica e quella del moto ondoso e delle maree deve essere quintuplicata dalle attuali dodici a un totale di 61 gigawatt entro il 2030. La quota di energie rinnovabili (ER) nella produzione di elettricità deve quindi salire al 32% in tutta l'UE. La sede di Friburgo della rete dei think tank  Centres for European Policy Network  (CEP) ha analizzato il relativo piano UE.

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"La cooperazione transfrontaliera può generare sinergie e utilizzare lo spazio marittimo in modo più efficiente", afferma il giurista del Cep, Götz Reichert, che ha scritto un analisi sull’argomenti insieme all’economista, Svenja Schwind.

Secondo Reichert, i progetti ibridi transfrontalieri di ER-offshore possono sostenere sia l'aumento delle capacità di produzione, che il commercio transfrontaliero di elettricità all'interno dell'UE. "I piani della Commissione perseguono giustamente l'obiettivo di integrare l'offshore ER nella dinamica della  concorrenza di produzione di energia e quindi di poter cogliere le opportunità e rischi del mercato", dice Schwind.

Tuttavia, i ricercatori del CEP mettono in guardia contro le rilocalizzazioni di emissioni: "Gli obiettivi prefissati di espansione potrebbero comportare anche costose e inutili rilocalizzazioni delle emissioni di CO2 all'interno dell'UE, in quanto la produzione di energia è già regolata dall'ETS dell'UE".  I piani territoriali dovrebbero poi designare un'area sufficiente per permettere l'espansione dell’ EE-offshore. Entro il 2050, la produzione di elettricità in mare aperto dovrebbe essere aumentata a 300 gigawatt e l'energia marina a 40 gigawatt.