Informativa sulla sostenibilità [cepAnalisi della COM(2021) 189]

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Nella lotta contro la corruzione e per standard sociali e ambientali più elevati, l'Unione Europea vuole rafforzare la propria direttiva relativa alle informative non finanziarie (NFRD). In futuro, circa 49.000 aziende nell’UE saranno obbligate a presentare anche un rapporto annuale sulla sostenibilità – un numero almeno quattro volte superiore rispetto all’attuale. La rete di think tanks “Centres for European Policy network (CEP)” ha analizzato l’ultima proposta  della Commissione [COM(2021) 189].

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"Gli obblighi di informativa sulla sostenibilità più estesi non dovrebbero venire implementati così come previsti", dice l'esperto di mercati finanziari del CEP, Philipp Eckhardt, autore dell'analisi. Se è vero che un rapporto annuale non finanziario è inevitabile, poiché alcuni investitori, già oggi, sono legati alla disponibilità di informazioni aggiuntive e più dettagliate. "Però, in merito al rafforzamento di un vero e proprio obbligo normativo, relativo alla richiesta di più informative collegate a questioni ambientali, sociali, di rapporti lavorativi o riferiti alla lotta contro la corruzione dovrebbe essere respinta” afferma Eckhardt .

Secondo il CEP, le aziende hanno un interesse diretto a fornire queste informazioni, se vogliono accedere più facilmente a capitali. Tuttavia, se un'azienda non divulga, segnala che i costi di tale tipo di reportistica superano per loro i relativi benefici. Se invece sono gli investitori a non essere interessati alle informazioni sulla sostenibilità, l'obbligo di informativa porta ad un'eccessiva burocrazia, senza alcun beneficio significativo.

A parere dell’esperto del CEP, l'obbligo di riferire sulla sostenibilità non dovrebbe poi dipendere dalle dimensioni dell'azienda. Perché questo porterebbe a distorsioni della concorrenza, dato che alcune aziende dovrebbero sostenere costi che non sarebbero imposti ad altre. "Né si può affermare preventivamente che le grandi aziende agiscano in modo meno sostenibile delle piccole aziende", dice Eckhardt.

Il fatto che, in futuro, non ci sarà più una distinzione tra informazioni finanziarie e quelle non finanziarie è una pietra miliare secondo la Commissione europea. Gli Stati membri è previsto che debbano recepire i nuovi requisiti nel diritto nazionale entro la fine del 2022. L'obbligo si applicherà ai rapporti di sostenibilità pubblicati a partire dal 1° gennaio 2024. In questo modo risulterebbe già influenzato il periodo di riferimento relativo all'anno 2023. Gli autori dell’analisi del CEP considerano però questo calendario eccessivamente ambizioso.

Le innovazioni prospettate sarebbero una sfida soprattutto per le aziende che non sono, ad oggi, ancora state soggette a tali richieste di informative relative alla sostenibilità e nemmeno ai collegati obblighi di revisione, anche essi ora previsti in modo più puntuale nella nuova proposta UE.