Il “Club dei Volenterosi”; come Francia, Italia e Germania preparano il futuro dell’Europa (cepAdhoc)

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Che si tratti del principio dell'unanimità, dello stato di diritto o dell'importanza geostrategica, l'Unione europea è a un bivio. Germania, Francia e Italia - sostenute da nuovi trattati bilaterali - vogliono rendere l'UE più capace di agire e riportarla sulla scena internazionale come un attore importante.

Questo cepAdhoc è il risultato di un lavoro comune del Centres for European Policy Network (CEP), il think tank di politica europea con uffici a Berlino, Parigi e Roma. Ricercatori dei tre Paesi hanno analizzato il trattato franco-tedesco di Aquisgrana del 2019 ed il trattato franco-italiano del Quirinale del novembre di quest'anno ed il possibile riflesso degli stessi sul futuro dell’UE.

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"Il nuovo bilateralismo in mezzo all'UE racchiude opportunità e rischi", dice il nuovo direttore generale del CEP, Henning Vöpel, che ha scritto lo studio con il giurista del CEP a Roma, Andrea De Petris e l'economista di Parigi, Victor Warhem. I tre esperti vedono i trattati come una reazione a un vuoto di leadership e come espressione di un deficit di governance. "Il nuovo bilateralismo può servire a ripristinare la capacità d'azione dell'UE. Nonostante il rischio di scatenare ulteriori forze centrifughe, questo approccio potrebbe rappresentare anche il seme per una riforma dei trattati di Lisbona. “Una tale riforma può essere avviata solo da chi mostra una forte volontà a realizzarla", sostiene, De Petris, in relazione alle tre parti coinvolte.

Secondo Vöpel “l'Europa è paralizzata soprattutto dall'attuale principio dell'unanimità. Paesi come la Polonia o l'Ungheria sfruttano questo a favore dei loro interessi. Il principio dell'unanimità non crea una simmetria di influenza, ma piuttosto un'asimmetria delle ambizioni". Il CEP ritiene quindi i nuovi trattati bilaterali come la pietra angolare per la formazione di un “Club dei volenterosi”. "Il fatto che il dinamismo di questi tre paesi abbia strumenti di maggior coordinamento offre la possibilità di superare la paralisi in corso nell'UE", spiega Warhem. Germania, Francia e Italia generano insieme circa il 70% del prodotto interno lordo dell'Eurozona.