Eco-progettazione dei prodotti (cepAnalisi)

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Che si tratti di frigoriferi, lampade, televisori o prodotti tessili, la Commissione vuole essere in grado di stabilire i cosiddetti requisiti di progettazione ecocompatibile per quasi tutti i prodotti disponibili nell'UE. L'obiettivo è ridurre il consumo di energia e di risorse nella produzione, nell'uso e nello smaltimento di questi prodotti. Questo dovrebbe accelerare la transizione da un'economia dell'usa e getta a un'economia circolare. Il Centres for European Policy Network (CEP) teme però possibili conflitti tra diversi obiettivi – ed, in ultima analisi, anche effetti negativi sulla sostenibilità generale - se gli obiettivi risultassero troppo circoscritti e definiti troppo nel dettaglio.

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Mentre finora sono stati regolamentati solo i prodotti più rilevanti per il consumo energetico, come le lampadine e le finestre, il nuovo regolamento sulla progettazione ecocompatibile coprirà quasi tutti i prodotti e consentirà di introdurre specifiche UE per ulteriori caratteristiche del prodotto. Sulla base di una valutazione d'impatto, la Commissione potrà stabilire requisiti di progettazione ecologica per rendere i prodotti più durevoli, più facili da riparare e riutilizzare, nonché più riciclabili.

"Ponderare i vantaggi e gli svantaggi dei singoli requisiti di progettazione ecocompatibile è davvero essenziale. Tuttavia, data l'abbondanza di fattori rilevanti, risulterà veramente difficile poter considerare tutti i potenziali impatti lungo la catena del valore e quindi anche sulla fabbricazione di altri prodotti", sottolinea l'esperta ambientale del CEP, Svenja Schwind, che ha analizzato il regolamento proposto dalla Commissione UE, insieme al giurista Götz Reichert.

"La Commissione rischia che i diversi obiettivi di sostenibilità entrino in conflitto tra loro durante il processo", sottolinea Götz Reichert. La proposta di regolamento prevede anche un requisito obbligatorio per una percentuale minima di materiali riciclati nei prodotti. Tuttavia, le materie prime secondarie riciclate dai rifiuti sono spesso molto costose, ad esempio nel caso della plastica. Schwind allora propone: "Sarebbe meglio introdurre una fissazione dei prezzi delle materie prime primarie. Questo avrebbe il vantaggio che le aziende possono decidere, in modo decentrato e caso per caso, per quali prodotti utilizzare i riciclati e quando i vantaggi delle materie prime primarie superano i loro costi".

Inoltre, i consumatori, le imprese di riparazione e i riciclatori dovrebbero poter essere in grado di accedere alle informazioni su un prodotto attraverso un passaporto digitale del prodotto stesso. "Questo potrebbe creare trasparenza lungo la catena del valore. Tuttavia, è necessario garantire che le informazioni fornite non siano troppo complicate e confuse, in modo che i consumatori e le aziende possano effettivamente utilizzarle", evidenziano gli esperti del CEP.