Per una maggiore competitività, sovranità e resilienza dell’UE

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L'UE è sotto pressione in termini di geopolitica e politica industriale. Rischia di essere lasciata indietro da Stati Uniti e Cina. Per questo motivo, la settimana scorsa la Commissione ha presentato tre progetti normativi ed una comunicazione. Essi mirano a rafforzare la sovranità, la competitività e la resilienza dell'Europa. Il think tank Centres for European Policy Network (CEP) ritiene però, in una propria analisi, che le proposte attuali siano ancora troppo frammentarie e burocratiche.

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"La Commissione sta agendo strategicamente in modo troppo difensivo e si sta perdendo in strumenti su piccola scala che la costringono ad intervenire, talvolta anche in modo protezionistico". La risposta annunciata in pompa magna all'IRA, con cui gli Stati Uniti vogliono attirare gli investimenti nelle tecnologie verdi, potrebbe quindi trasformarsi rapidamente in un atto di equilibrismo poco incisivo", afferma Henning Vöpel, Direttore generale e membro del consiglio di amministrazione del CEP, che ha esaminato il progetto legislativo insieme ad alcuni esperti del CEP, Götz Reichert, Matthias Kullas e André Wolf.

La proposta sull'industria a zero emissioni mira a garantire che almeno il 40% delle tecnologie verdi sia prodotto nell’UE. La normativa sulle materie prime critiche mira a promuovere l'estrazione “domestica” e l'economia circolare per le materie prime critiche. La riforma del mercato dell'elettricità dell'UE mira a proteggere le imprese dalle impennate dei prezzi e a promuovere gli investimenti nell'elettricità a basse emissioni di carbonio. Bruxelles vuole anche aumentare la competitività migliorando l'accesso al capitale e sviluppando le infrastrutture.

I ricercatori del CEP però mettono in guardia da obiettivi irrealistici e da interventi troppo radicali sui meccanismi fondamentali del mercato interno, che registra ormai 30 anni di successi. "Sarebbe più sensato far derivare la strategia dalla valorizzazione degli interessi comuni, quali: leadership tecnologica ed il rafforzamento della sicurezza dell'approvvigionamento, della base industriale e della capacità innovativa", suggerisce Kullas.

L'UE non si concentra abbastanza sui propri punti di forza. È paradossale poi affermare di voler ridurre la burocrazia, ma creare poi, all’interno dei tanti e diversi atti normativi, piuttosto, più burocrazia.

Secondo Wolf, non esiste ancora una convincente strategia per le materie prime critiche, in particolare su come l'Europa voglia costruire concretamente nuovi partenariati per le risorse e garantirle a lungo termine. Reichert, chiede prezzi dell'elettricità accessibili per l'industria e maggiore sicurezza di pianificazione per gli investitori nelle energie rinnovabili.