Qualità dell'aria (cepAnalisi del COM(2022)542)

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L'aria pulita è vitale per le persone e per l'ambiente. L'UE vuole quindi ridurre ulteriormente l'inquinamento atmosferico in Europa. Mentre il Parlamento Europeo vorrebbe prendere come riferimento esatto i rigidi valori guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella nuova direttiva sulla qualità dell'aria, il Centro per le Politiche Europee (cep) ritiene invece appropriata e più realistica la proposta maggiormente moderata della Commissione.

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"Il livello dei valori limite proposto dalla Commissione è un compromesso equilibrato tra la protezione della salute ed altri importanti aspetti della vita sociale", afferma l'esperto ambientale del cep Martin Menner, che ha analizzato la proposta della Commissione insieme al giurista del cep Götz Reichert. Secondo Menner, “la questione centrale è la misura in cui le linee guida dell'OMS sulla qualità dell'aria, aggiornate nel 2021 e che considerano esplicitamente solo gli aspetti sanitari, dovrebbero essere incorporate nel diritto dell'UE”. Secondo gli esperti del CEP, anche altre valutazioni di tipo sociale dovrebbero, infatti, sempre essere adeguatamente presi in considerazione. Questo, in realtà, è anche il punto di vista dell'OMS, che suggerisce di soppesare gli aspetti giuridici, il rapporto costi-benefici, la fattibilità tecnologica e le considerazioni socio-politiche quando si stabiliscono valori limite specifici.

Secondo la valutazione del CEP, il totale allineamento dei valori limite dell'UE con gli attuali valori guida dell'OMS comporterebbe costi sproporzionati o restrizioni eccessive alla vita sociale, quali frequenti divieti di guida. "Questo risulterebbe sproporzionato rispetto ai benefici prevedibili", affermano gli esperti del cep. "La decarbonizzazione nell'industria e negli edifici, così come gli standard EURO 6/VI per le automobili, non svilupperanno pienamente i loro effetti fino alla metà degli anni 2030". Per allora, i valori limite proposti saranno prevedibilmente spesso già approssimativamente raggiunti con le misure già oggi in vigore. La validità dei nuovi valori limite dovrebbe quindi essere posticipata piuttosto al 2035. In questo modo si eviterebbero costose misure di riduzione aggiuntive in caso di superamento generalizzato dei nuovi valori limite fissati.