Archivio delle Pubblicazioni

IN QUESTO ARCHIVIO SONO DISPONIBILI TUTTE LE PUBBLICAZIONI DEL CEP

Le pubblicazioni costituiscono attualmente l’attività principale del team di ricerca di cep.
Esse sono disponibili più frequentemente in lingua inglese e/o tedesca. Diverse anche in lingua italiana e francese.
Nel tempo sono stati definiti i seguenti formati standard:
 
cepAdhoc: Commento puntuale di tematiche politiche di attualità legate all‘Unione europea .
cepAnalisi: Analisi concise di 4 pagine relative a proposte dell'UE (regolamenti, direttive, libri verdi, libri bianchi, comunicazioni) – comprensive di una sintesi e di valutazioni economiche e giuridiche.
cepInput: Contributi alle attuali discussioni sulle politiche dell'UE
cepStudio: Esame approfondito delle proposte politiche dell'UE che impattano maggiormente sull’economia.

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L'UE vuole ridurre le emissioni di gas serra a zero entro il 2050 e del 55% ,rispetto al 1990, entro il 2030. A tal fine, la Commissione ha proposto un pacchetto completo di misure ("Fit for 55"). La rete “Centres for European Policy Network” (CEP) nella  propria  analisi accoglie con favore il controverso sistema di scambio delle quote di emissione per il trasporto su strada e per gli edifici (EU ETS II), ma chiede che venga accompagnato da un adeguato sistema di ammortizzatori sociali.

Nell'UE, le emissioni di gas serra dovranno essere portate a zero entro il 2050. Lungo la strada, devono essere già ridotte del 55% entro il 2030 rispetto al 1990. Per raggiungere questo obiettivo, la Commissione ha presentato un pacchetto completo di misure ("Fit for 55") per tutti i settori. Il Centre for European Policy Network (CEP) considera però discutibili diverse proposte centrali di modifica della direttiva sullo scambio delle quote di emissioni per l'industria e l'energia. Il think tank teme, infatti, la delocalizzazione della produzione e delle collegate emissioni inquinanti in paesi terzi.

L'Unione Europea vuole ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto al 1990. Tra le altre cose, la quota di energie rinnovabili deve essere aumentata al 40% in tutta Europa. Il think tank Centres for European Policy Network (CEP) si aspetta però che la relativa proposta presentata dalla Commissione (COM(2021) 557) , nella forma attuale, comporti anche dei concreti rischi di svantaggi competitivi per l'UE.

Poco prima della scadenza fissata per il 21 gennaio, diversi Stati membri hanno preso posizione critiche nei riguardi del piano della Commissione europea di dichiarare l'energia nucleare e il gas naturale sostenibili. Il think tank Centres for European Policy Network (CEP) vede però più realistica un’altra via per fermare legalmente la tassonomia.

L'Unione Europea vuole ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro la fine di questo decennio (rispetto al 1990). Appena un giorno prima del pacchetto clima dell'UE "Fit for 55", la Francia ha approvato la propria legge sul clima. Questa però prevede una riduzione - solo del 40%.

"Gli obiettivi francesi sono molto al di sotto di quelli dell'UE. Questo rende la legge francese sul clima obsoleta prima ancora di essere applicata", dicono gli esperti della sede di Parigi del Centre for European Policy Network (CEP). Essi hanno confrontato ed analizzato entrambe le leggi in un cepInput.

Investire il denaro in modo sostenibile e con la coscienza pulita. Con obbligazioni ecologiche per un totale di 250 miliardi di euro, la Commissione europea vuole finanziare circa un terzo dei fondi per la ripresa dalla crisi del COVID nei prossimi cinque anni. Per tale finalità, sta basandosi attualmente ancora su uno standard di mercato riconosciuto a livello mondiale. Tuttavia, non è veramente pienamente convinta di questo procedere anche per il futuro.

Al fine di creare maggiore chiarezza per gli investitori, la Commissione sta infatti progettando un nuovo standard UE uniforme per i Green Bonds (EuGB). A differenza degli standard attuali del mercato finanziario globale, l’EuGB dovrebbe definire in modo più preciso in quali attività economiche "verdi" possano essere investiti i proventi delle obbligazioni. L'EuGB si baserà inoltre sulla tassonomia verde in vigore nell’UE. Il “Centres for European Policy Network (CEP)” ha analizzato i piani della Commissione oggetto di una apposita proposta di regolamento (COM(2021) 391).

Per due settimane, la conferenza sul clima dell'ONU COP26 a Glasgow ha lottato per trovare soluzioni per ridurre le emissioni di gas serra. Mentre la Commissione europea pare trovi poco sostegno per il suo piano di proteggersi unilateralmente dalla concorrenza sleale con una cosiddetta tariffa doganale climatica, il CO2 border adjustment mechanism (CBAM), altri, tra cui in particolare la Germania, allora sostengono l’approccio della creazione di un “club climatico” dei volenterosi. L'obiettivo: il maggior numero possibile di paesi dovrebbe concordare un prezzo minimo per le emissioni di CO2 e poi utilizzare una tariffa frontaliera climatica comune rivolta verso i non membri per proteggere le proprie industrie.

L'Unione Europea vuole ridurre a zero le emissioni di gas serra nette entro il 2050. Per raggiungere questo obiettivo, la generazione di energie rinnovabili offshore, come l'energia eolica e quella del moto ondoso e delle maree deve essere quintuplicata dalle attuali dodici a un totale di 61 gigawatt entro il 2030. La quota di energie rinnovabili (ER) nella produzione di elettricità deve quindi salire al 32% in tutta l'UE. La sede di Friburgo della rete dei think tank  Centres for European Policy Network  (CEP) ha analizzato il relativo piano UE.

Gli effetti, a volte drammatici, del cambiamento climatico stanno spingendo l'UE ad agire con urgenza. Le ondate di calore, la siccità, le tempeste, le forti piogge e le inondazioni, così come i danni all'ecosistema che ne derivano, causano perdite economiche di circa dodici miliardi di euro all'anno nella sola UE. In linea con la “Legge europea sul  clima (European Climate Law) ”, la Commissione europea ha presentato una strategia di adattamento per rendere l'UE resiliente ("climate resilient") agli impatti inevitabili del cambiamento climatico entro il 2050.

Le importazioni da paesi terzi con bassi standard di protezione del clima mettono in pericolo la competitività delle aziende nell'UE. La Commissione vuole quindi introdurre un aggiustamento sul CO2 alla frontiera (CBAM), che dovrebbe rendere più costose le importazioni da paesi con standard piuttosto lassisti  come ad es. la Russia. L'importo del prelievo dovrebbe corrispondere al prezzo dello scambio di quote di emissioni nell'UE ("ETS fittizio"). Il Centres for European Policy Network (CEP) ha analizzato tale piano.