Archivio delle Pubblicazioni

IN QUESTO ARCHIVIO SONO DISPONIBILI TUTTE LE PUBBLICAZIONI DEL CEP

Le pubblicazioni costituiscono attualmente l’attività principale del team di ricerca di cep.
Esse sono disponibili più frequentemente in lingua inglese e/o tedesca. Diverse anche in lingua italiana e francese.
Nel tempo sono stati definiti i seguenti formati standard:
 
cepAdhoc: Commento puntuale di tematiche politiche di attualità legate all‘Unione europea .
cepAnalisi: Analisi concise di 4 pagine relative a proposte dell'UE (regolamenti, direttive, libri verdi, libri bianchi, comunicazioni) – comprensive di una sintesi e di valutazioni economiche e giuridiche.
cepInput: Contributi alle attuali discussioni sulle politiche dell'UE
cepStudio: Esame approfondito delle proposte politiche dell'UE che impattano maggiormente sull’economia.

Archivio delle pubblicazioni

L'Unione Europea vuole ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro la fine di questo decennio (rispetto al 1990). Appena un giorno prima del pacchetto clima dell'UE "Fit for 55", la Francia ha approvato la propria legge sul clima. Questa però prevede una riduzione - solo del 40%.

"Gli obiettivi francesi sono molto al di sotto di quelli dell'UE. Questo rende la legge francese sul clima obsoleta prima ancora di essere applicata", dicono gli esperti della sede di Parigi del Centre for European Policy Network (CEP). Essi hanno confrontato ed analizzato entrambe le leggi in un cepInput.

Investire il denaro in modo sostenibile e con la coscienza pulita. Con obbligazioni ecologiche per un totale di 250 miliardi di euro, la Commissione europea vuole finanziare circa un terzo dei fondi per la ripresa dalla crisi del COVID nei prossimi cinque anni. Per tale finalità, sta basandosi attualmente ancora su uno standard di mercato riconosciuto a livello mondiale. Tuttavia, non è veramente pienamente convinta di questo procedere anche per il futuro.

Al fine di creare maggiore chiarezza per gli investitori, la Commissione sta infatti progettando un nuovo standard UE uniforme per i Green Bonds (EuGB). A differenza degli standard attuali del mercato finanziario globale, l’EuGB dovrebbe definire in modo più preciso in quali attività economiche "verdi" possano essere investiti i proventi delle obbligazioni. L'EuGB si baserà inoltre sulla tassonomia verde in vigore nell’UE. Il “Centres for European Policy Network (CEP)” ha analizzato i piani della Commissione oggetto di una apposita proposta di regolamento (COM(2021) 391).

Per due settimane, la conferenza sul clima dell'ONU COP26 a Glasgow ha lottato per trovare soluzioni per ridurre le emissioni di gas serra. Mentre la Commissione europea pare trovi poco sostegno per il suo piano di proteggersi unilateralmente dalla concorrenza sleale con una cosiddetta tariffa doganale climatica, il CO2 border adjustment mechanism (CBAM), altri, tra cui in particolare la Germania, allora sostengono l’approccio della creazione di un “club climatico” dei volenterosi. L'obiettivo: il maggior numero possibile di paesi dovrebbe concordare un prezzo minimo per le emissioni di CO2 e poi utilizzare una tariffa frontaliera climatica comune rivolta verso i non membri per proteggere le proprie industrie.

Come parte del suo "Green Deal", l'UE vuole anche impegnare il settore finanziario a dare il suo contributo alla riduzione delle emissioni di gas serra. Pertanto, la Commissione europea ha presentato quest'estate un piano d'azione. L'obiettivo è quello di rendere il settore finanziario più “sostenibile”.

Nell'UE, circa novanta milioni di tonnellate di cibo finiscono ogni anno nella spazzatura. Nel quadro della più ampia strategia europea “Farm to Fork” per un ciclo dell’alimentazione più sostenibile anche questo rappresenta un problema da affrontare. In  particolare, si stima che almeno il dieci per cento di questo fenomeno sia dovuto a interpretazioni errate delle date di scadenza riportate sulle confezioni. Spesso i consumatori non comprendono correttamente il significato della data di scadenza rispetto alla data minima di conservazione. La Commissione intende quindi lanciare delle consultazioni sulla datazione degli alimenti confezionati, prima della fine dell'anno. In particolare, Bruxelles propone tre opzioni alternative sulle quali dibattere.

L'Unione Europea vuole ridurre significativamente l'inquinamento atmosferico, idrico, del suolo e dei prodotti di consumo entro il 2030 per tendere efficacemente all’obiettivo dell’ inquinamento zero per il 2050. Gli inquinanti così non dovrebbero più essere in grado di mettere in pericolo né la salute umana né l'ambiente con l’attuale intensità. Il Centres for European Policy Network (CEP) ha analizzato il Piano di azione presentato dalla Commissione europea e contenente il cosiddetto obiettivo "zero inquinanti".

Gli effetti, a volte drammatici, del cambiamento climatico stanno spingendo l'UE ad agire con urgenza. Le ondate di calore, la siccità, le tempeste, le forti piogge e le inondazioni, così come i danni all'ecosistema che ne derivano, causano perdite economiche di circa dodici miliardi di euro all'anno nella sola UE. In linea con la “Legge europea sul  clima (European Climate Law) ”, la Commissione europea ha presentato una strategia di adattamento per rendere l'UE resiliente ("climate resilient") agli impatti inevitabili del cambiamento climatico entro il 2050.

Le importazioni da paesi terzi con bassi standard di protezione del clima mettono in pericolo la competitività delle aziende nell'UE. La Commissione vuole quindi introdurre un aggiustamento sul CO2 alla frontiera (CBAM), che dovrebbe rendere più costose le importazioni da paesi con standard piuttosto lassisti  come ad es. la Russia. L'importo del prelievo dovrebbe corrispondere al prezzo dello scambio di quote di emissioni nell'UE ("ETS fittizio"). Il Centres for European Policy Network (CEP) ha analizzato tale piano.

La Commissione europea vuole presentare una sua proposta normativa per un sistema uniforme di etichettatura per gli alimenti entro il 2022. Le etichette sulle confezioni dovrebbero migliorare la comprensione del valore nutrizionale degli alimenti prodotti industrialmente e quindi facilitare l’opzione per diete più sane e sostenibili, che costituiscono anche uno dei pilastri della nuova Strategia UE “dal produttore al consumatore” (Farm to Fork) presentata nel maggio del 2020. La spesso accesa controversia tra i sostenitori di diversi sistemi, però sta facendo diverso scalpore. Il Centro Politiche Europee (CEP) con questo nuovo “cepInput” intende rafforzare l’idea di un approccio razionale e pragmatico alla questione, dando così un contributo all’Ue per porre fine a questa disputa. Sono stati, in particolare, i due istituti partner CEP di Roma e di Parigi che hanno analizzato la situazione e sviluppato anche alcune possibili soluzioni nel documento appena pubblicato.

La cosiddetta "tassa dell’Unione europea sulla plastica", introdotta all'inizio dell'anno, in realtà non è una vera e propria tassa dell’UE, né obbliga realmente gli Stati membri a prelevare una tassa nazionale sui rifiuti di plastica. Queste sono le conclusioni di un contributo della rete dei centri studio cep attivi in Germania a Parigi e a Roma.